Continua la pubblicazione dei pensieri, delle lettere e degli interventi dei professori, dei bambini e dei ragazzi che hanno vissuto quest’anno scolastico in modo particolare. Sul numero in edicola dal 5 giugno gli interventi di Andrea, Emanuele, Sonia e lo spettacolo di fine anno in streaming della scuola media di Gorlago.
CERETE
“Covid, senti un attimo, dobbiamo parlare…”
Caro Covid, anzi no. Ciao Covid, anzi no! Covid, senti un attimo, dobbiamo parlare.
Innanzi tutto, chi sei? Come ti sei permesso di fare tutto questo grande trambusto?
Ti sei presentato nelle nostre case, senza invito e senza bussare! Sei entrato nelle nostre vite, senza avvisarci e ti sei preso tante di quelle cose che non sarà facile perdonarti, Covid!
Per tre lunghi mesi ci hai tenuto lontano dalla nostra scuola, dai nostri compagni e dalle nostre maestre. Per colpa tua abbiamo lavorato e studiato senza confrontarci con nessuno.
Abbiamo incontrato l’Homo Sapiens, i nomi collettivi, la clorofilla, i poligoni, le colline e le montagne, le frazioni, i “numbers”, miti e leggende e… persino Mosè!
Tu intanto hai saltellato bello allegro tra le nostre montagne, per nulla preoccupato del disastro che hai combinato. Lo sai che non ho più nemmeno messo piede in piscina? E sai che anche i miei amici non hanno più giocato a calcio, ballato e fatto ginnastica? Non parliamo poi della nostra Comunione! Quest’anno, per colpa tua, abbiamo dato buca al nostro primo appuntamento con Gesù.
Sarà davvero difficile far finta di niente, perché hai davvero esagerato.
Tra poco sarà anche estate: tempo di cre, mare, piscine con gli scivoli. Oggi non sappiamo ancora che estate sarà. Diciamo pure che peggio di così, non potevi fare.
Non allungo la lista di tutte le cose che non ci hai permesso di fare, perché sono buono e perché tanto non capiresti.
Allora sai che ti dico? C’è solo una cosa che potresti fare adesso (e guarda che non è per fartela passare liscia, ma solo perché così potremo chiudere questo periodo della nostra vita e ricominciare da capo).
Questa cosa è sparire per sempre e non tornare mai più.
Emanuele, classe terza della scuola primaria di Cerete, con mamma Laura e papà Raja
IL MIO DIARIO AL TEMPO DEL COVID
Uno scherzo di carnevale? Ma per quanto vale?
ANDREA SEGHEZZI
23 febbraio 2020… era la festa di CARNEVALE e con la mia famiglia stavo andando alla sfilata nel mio paese, Gromo San Marino.
Eravamo tutti mascherati: io da calciatore dell’Atalanta, dopo mille insistenze la mamma mi convinse a colorarmi una bandiera in viso, ma quanto mi prudeva quel trucco…
Mia sorella “Mia”, non è un gioco di parole, si chiama proprio così, invece il trucco lo adorava: rossetto, colore sopra gli occhi e capelli stretti in una lunga treccia, mise il suo vestito della principessa Sofia.
Mio fratello Leo invece si era trasformato in un cagnolino, con tanto di coda e orecchie.
La mamma rispolverò un vecchio vestito da ballerina e il papà indossò la sua divisa da salumiere, mai avrei pensato che quel vestito, così normale, potesse diventare meglio di un supereroe, poi vi spiego il perché…
La giornata era caldissima, abbiamo fatto il rinfresco fuori, nel giardino dell’oratorio.
Noi bambini giocavamo a calcio, a rincorrerci e a far rotolare una “forma di grana” che mio papà aveva portato per completare il suo travestimento, ovviamente finta.
I “grandi” chiacchieravano tra loro… insomma, una domenica perfetta che anticipava le vacanze di CARNEVALE… le “poche” vacanze di CARNEVALE, o almeno è così che doveva andare…
Nel tardo pomeriggio, il sole ormai era calato e tutti i “grandi” avevano in mano il cellullare, parlavano tra di loro, con le facce preoccupate.
COSA STAVA SUCCEDENDO???…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 5 GIUGNO