C’è preoccupazione tra i conducenti dei mezzi del trasporto pubblico locale di Bergamo a pochi giorni dalla riapertura delle scuole e alla luce dell’approvazione, ieri, delle “Linee guida” del settore, al termine della Conferenza Unificata del TPL con la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) Paola De Micheli e il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia.
Tra le misure organizzative previste per il contenimento della diffusione del Covid-19, la novità che desta inquietudine tra i lavoratori è quella che riguarda i limiti di capienza: “Alla fine, visto il rischio che gli studenti rimanessero senza mezzi di trasporto, è stato approvato un coefficiente di riempimento che può arrivare all’80%, prevedendo una riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti. Praticamente è come dire: liberi tutti”, commenta oggi Aniello Sudrio che per la segreteria della FILT-CGIL di Bergamo segue il settore.
Gli autisti di bus non hanno mai smesso di lavorare, nemmeno durante il lockdown, se pur con orari e servizi ridotti. Le conseguenze si sono fatte sentire: “In ATB abbiamo saputo, parlando con i colleghi, che 7 conducenti sono finiti in ospedale per Covid-19, e durante la pandemia in questa azienda si è registrato un picco di circa 90 assenze per malattia (generica, sul totale di 270 autisti). Anche nelle altre aziende del settore ci sono stati casi” prosegue Sudrio. “Tra gli autisti c’è rassegnazione: in tutto questo periodo, pur avendo svolto un servizio pubblico essenziale, il loro lavoro non è stato considerato come tale da opinione pubblica e istituzioni. Ora, con la semplice modifica -al rialzo- della capienza dei bus, il ministero sembra abbassare la guardia. Chiediamo almeno che resti lo spazio vuoto accanto alla postazione del conducente, quello delimitato attualmente da una catenella. E chiediamo anche che si continui a provvedere alla fornitura di mascherine e guanti: da febbraio fino ad aprile ne eravamo sprovvisti. Non ci si dimentichi di nuovo di noi. Le nuove decisioni – si dice – si basano su evidenze scientifiche e sulla considerazione dei tempi di permanenza medi dei passeggeri: i conducenti, però, a bordo dei mezzi ci restano un intero turno di lavoro”.