SOLTO COLLINA – L’addio di don Lorenzo. L’ambiguità del peccato, la paura dello scandalo

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Per i nostri peccati dovremmo chiedere la soluzione, non (solo) l’assoluzione. Vale per tutti, preti e non preti. Scrivere questo pezzo implica il fatto che come spesso accade, troppe volte, qualcuno si scaglierà contro i giornali, in questo caso il nostro, perché ci sono notizie che, sempre secondo qualcuno, vanno taciute, modificate, non date. Ma la differenza tra il dare una notizia, che quindi è successa e non l’abbiamo fatta succedere noi, e il fare polemica o uscire dai bordi di ogni limite è notevole. In queste settimane se ne sono sentite di tutti i colori, complici anche i soliti social, che ormai si atteggiano a fonti di verità inconfutabili dove poter offendere o sparare giudizi su tutto e tutti.

Qui rendiamo conto di quanto è successo a Solto Collina, Riva di Solto, Fonteno e dintorni, e per dintorni si intendono Esmate e Zorzino, da dove l’Arciprete di Solto Collina e parroco delle altre 4 parrocchie, Don Lorenzo Micheli è stato trasferito in fretta e furia dalla Curia per una destinazione ‘sconosciuta’ (neanche troppo) per evitare che lo scandalo (e non il peccato), travolgesse anche chi in questa storia non c’entra, appunto la Chiesa (e la Curia) in primis. Gesù scelse dodici apostoli: uno l’ha tradito, un altro l’ha rinnegato, altri nove se la sono squagliata al momento del bisogno. Nessuno gliene ha fatto una colpa.

Visto che quando un prete fa l’entrata in paese, così come quando se ne va, gli dedichiamo ampio spazio, perché anche se i tempi cambiano, il parroco di un paese rimane un punto di riferimento per molti, non potevamo fare gli struzzi e fingere che non fosse successo niente.

Abbiamo ospitato molte volte Don Lorenzo su queste pagine, con i tanti suoi lavori che ha fatto per le parrocchie che ha guidato, le tante iniziative e idee, e abbiamo ospitato giusto poche settimane fa, nel primo numero di gennaio, una parrocchiana che aveva indicato Don Lorenzo personaggio dell’anno di Riva di Solto per avere sistemato le ormai fatiscenti chiese del paese.

Perché Don Lorenzo è sempre stato un prete efficiente e dalle mille iniziative, che restano e resteranno sotto gli occhi di tutti. Il resto passa. E passerà. Di scandali, ma guai a scrivere questa parola per qualcuno, ce ne sono stati tanti e ce ne saranno tanti altri, ma in epoca di social network tutto cambia. Così una ‘leggerezza’, come l’avrebbe definita don Lorenzo parlando con alcuni suoi ‘colleghi’, si è amplificata prendendo i connotati di denunce su facebook corredate di messaggi e foto costringendo la Curia a prendere il provvedimento di rimozione dall’incarico.

Abbiamo sentito don Lorenzo che ci ha inviato questo scritto rivolto ai suoi parrocchiani, non c’è bisogno di altri commenti, anche perché potremmo scrivere paginate di giornale ma alla fine tutti resterebbero della loro opinione. Rimane il fatto che forse, sarebbe ora di accorgersi del potere anche malefico che hanno i social network usati a misura e dismisura da tutti e da troppi.

Sul resto don Lorenzo ha una coscienza per riflettere e non occorre sparare giudizi, rimane per tutti, non solo per lui, l’affascinante ambiguità del peccato.

Nello stesso tempo disobbedienza e purtroppo obbedienza a se stessi. Un’obbedienza che troppe volte porta a farsi male da soli.

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