SONGAVAZZO – LA STORIA – Pietro, 19 anni, che trascorre l’estate sugli alpeggi del Maloja: “Il lavoro dei mandriani in Svizzera è molto rispettato ed apprezzato, non come qui da noi…”

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Appena prima della sua partenza per la Confederazione, avevamo incontrato Pietro Pezzoli, 19 anni, mamma Nadia di Parre e papà Angelo di Songavazzo, uno dei giovani dell’Alta Valle che portano avanti  la tradizione dei ‘bèrgom’, cioè dei bergamaschi  che ‘fanno la stagione’ sui pascoli svizzeri; e infatti l’alpeggio che ha raggiunto proprio in questi giorni  è stato, per decenni, il feudo indiscusso di un altro mandriano parrese, Raffaele Palamini, oggi in pensione.

“Partiamo tra qualche giorno – mi aveva detto – un mio amico parrese ed io: in un alpeggio nella zona del Passo del Maloja, nel Canton Grigioni, dove trascorreremo i classici 100 giorni della stagione estiva occupandoci di una mandria di vacche da latte, un’esperienza che ho già fatto l’anno scorso, e che mi è piaciuta al punto che ho deciso di ripeterla. Il nostro lavoro in Svizzera è molto apprezzato, ben organizzato e anche ben pagato. La Società dei Boggesi per la quale lavoriamo, per esempio, ci provvede di pane fresco tutti i giorni e di un veterinario che controlla il bestiame due volte alla settimana, senza contare che la ‘baita’ che ci ospita è confortevole ed i pascoli sono molto ben curati. (Quella dei Boggesi è una modalità di gestione comunitaria, trasmessa di generazione in generazione per quasi 800 anni, che conferisce ancor oggi ai Boggesi stessi  un alto senso storico e morale di responsabilità, applicando norme molto severe e dettagliate per evitare possibili conflitti e per far funzionare al meglio la collaborazione tra le famiglie proprietarie dei pascoli, secondo il principio per cui il bene collettivo deve avere la preminenza su quello individuale, n. d. r. ). Il lavoro poi non è pesantissimo, la nostra mansione più importante è la mungitura perché poi il latte viene ritirato da un caseificio del fondovalle. Se ho paura per i lupi e gli orsi?  Proprio no, non ne ho mai visti sugli alpeggi del Maloja e mi sa che continuerò a non vederne, si sa che in Svizzera non è come qui, i grandi predatori non ci sono semplicemente perché li fanno fuori prima che possano fare danni”.

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