SONGAVAZZO – Una panchina gigante e… dissidente

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Anche Songavazzo avrà la sua panchina gigante. Gialla e marrone. E proprio in questi giorni viene posizionata nello spiazzo che sovrasta la “Cà di Leber”.

C’è però una particolarità curiosa, perché non è una delle panchine giganti di cui abbiamo sentito spesso parlare nei paesi dell’Alto Sebino, come quella blu di Rogno e quella blu e verde di Riva di Solto.

Non facciamo parte della cerchia delle panchine giganti ideate dal designer americano Chris Bangle – spiega il sindaco Covelli -. Abbiamo fatto da noi, perché le condizioni poste dal loro sistema non sono state accolte. Secondo loro, infatti, l’abbiamo posizionata troppo vicino al centro abitato, infatti la condizione necessaria è quella di camminare per almeno venti minuti”.

E poi Polusca 225 (l’artista Giuseppe Verri ha prodotto tanti Polusca, identici nella forma, ed a ciascuno di loro ha conferito un diverso numero, crescente, da uno a mille, a significare la profondità del concetto “siamo tutti uguali, nella nostra unicità”), come la Madonna Pellegrina. La statua in ferro che richiama il copricapo di Don Chisciotte realizzata da un artista romano è arrivata nelle scorse settimane a Songavazzo con l’idea di non stabilizzarsi in un luogo, ma di proseguire il suo cammino lungo la Valle Seriana, passando di casa in casa, di mano in mano, accolta da chiunque la apprezzi.

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