SOVERE – Davide alla ricerca dei suoi veri genitori: “Ho scoperto di chiamarmi Marius, ho trovato la mia famiglia, mamma da 30 anni mette una sedia fuori dal cancello ed è lì aspettarmi…”

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Non avevo più niente e da un momento all’altro mi sono trovato con una bellissima famiglia. Sono felice, mi sono tolto quel peso che avevo dentro da troppo tempo”, Davide, di cognome Sterni, o forse potremmo dire Marius Neagu, inizia così a raccontare la sua storia. Classe 1993, 30 anni tondi, pelle olivastra che delinea le origini romene, occhiali tondi che non riescono a nascondere uno sguardo emozionato. Accanto a lui c’è Dayana, sua moglie, che ascolta le sue parole e aggiunge quelle che l’emozione a tratti prova a togliere a Davide. A Sovere, dove vivono, è una fredda serata di inizio novembre, l’aria è pungente, come il racconto di Davide, che da poche settimane ha dato una svolta alla sua vita.

Sono stato adottato quando avevo tre mesi, ho sempre vissuto a Lovere con i miei genitori adottivi. Delle mie origini sapevo pochissimo, il mio nome, Marius, la mia provenienza, Romania, e con me avevo un passaporto. Ho trent’anni e da qualche tempo sognavo di incontrare la mia famiglia biologica, volevo conoscere le mie origini… sentivo che era arrivato il momento”.

L’artefice di tutto questo è proprio Dayana: “Vedevo in lui questo desiderio, ma quando mi diceva di voler partire da solo non credevo fosse l’idea giusta e così, senza dirgli nulla, ho scritto una mail a Le Iene… pochi giorni dopo ci hanno richiamato e si sono messi sulle tracce della famiglia”.

E da qui inizia tutta un’altra storia. Ma facciamo prima un passo indietro: “Ho avuto un’infanzia felice e spensierata, che sicuramente non avrei vissuto in Romania… ma quando hai cinque, sei anni inizi a renderti conto, con gli occhi di un bambino, che c’è qualcosa che non torna. Non somigliavo ai miei genitori e la mia pelle era più scura rispetto a quella degli altri… ho iniziato a fare delle domande ai miei genitori e mi hanno spiegato che ero stato adottato… a quell’età mi bastava quella risposta e ho continuato a vivere come prima, non era cambiato niente, la mia vita era qui”.

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