Lì in mezzo al fiume. Che sino a qualche giorno fa non scorreva, asciutto, in secca, come non si era mai visto o quasi. Colpa della siccità. Che però oltre che assorbire riporta anche alla luce. Questa è la zona dove è stato rivenuto il cervo fossile datato 762.000 anni fa, un esemplare di Cervus elaphus acoronatus,vennero rinvenuti da Clara Mangili e Sabina Rossi grazie a un frammento osseo affiorante tempo fa lungo la riva destra del Torrente Borlezza. Scoperta a cui fece seguito una campagna di scavi d’emergenza guidata dai paleontologi del Museo di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo che nel 2001 asportarono lo scheletro completo di un maschio adulto, unico caso presente in Italia. Nonostante il cranio fratturato a causa dalla pressione a cui il sedimento fu sottoposto durante le fasi di copertura glaciale, l’ungulato presentava ancora sia le arcate dentarie intatte che entrambi i palchi, aspetto che permise agli esperti di ricostruire l’età dell’animale. Uniche sezioni non individualizzate dai tecnici furono le terze falangi dell’arto posteriore destro e una porzione del palco destro, probabilmente andate incontro alla millenaria erosione attuata dal vicino corso d’acqua….
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