SOVERE – IL PERSONAGGIO – Massimo, ‘una vita da mediano’: “I miei 10 anni da assessore, la gente è diventata più povera. Mia moglie, i miei figli, le mie …capre nane e …”

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Una vita da mediano, di quelli che corrono e coprono buchi, non fanno gol magari ma fanno quel lavoro oscuro e meno oscuro che tiene in piedi la squadra. Massimo Lanfranchi adesso ha appeso gli scarpini da assessore ai servizi sociali al chiodo e si ferma, almeno sul fronte amministrativo, dopo 10 anni davvero intensi. E ora dalla vita da mediano passa a quella di allenatore della sua vita. Non in panchina, ma allenatore sul campo. E sul campo Massimo si è dato da fare: “Sono stati dieci anni intensi, con un finale davvero duro, la pandemia, poi la guerra, insomma, non ci siamo fatti mancare niente”. Massimo, che il 29 giugno ha compiuto 62 anni, è rientrato da poco dal lavoro, ma anche li siamo agli sgoccioli: “Fra poco pensione e poi? E poi ancora vita, vita diversa ma sempre vita”. Massimo l’entusiasmo non lo perde mai, che con quello vai dappertutto: “Dieci anni mi hanno cambiato ma è anche cambiato il modo di fare l’assessore perché i bisogni sono cambiati, ora sono più immediati, c’è bisogno di pagare le bollette alle famiglie in difficoltà, di darsi da fare sulle necessità primarie. L’asticella si è alzata parecchio, i poveri sono molti di più, oggi come oggi l’assessore ai servizi sociali fa anche l’assistente sociale. Sono contento di essere riuscito a portare a casa alcuni servizi che sono davvero prioritari per la nostra gente, soprattutto il punto prelievi, la gente non deve più sobbarcarsi viaggi a Lovere e ore di attesa ma resta in paese, e poi l’auto per disabili, attrezzata anche per le persone anziane, insomma, abbiamo cercato di dare risposte a bisogni impellenti”….

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