Ci sono persone che sopravvivono a se stesse, che travalicano questa terra precaria e inquieta, perché i loro ricordi restano cosi intensi e forti che vanno oltre mucchi di ossa, sangue e pelle di questi corpi umani. Susy era una di queste, è una di queste. Lei, donna dalla tempra di altri tempi, come si suol dire a volte troppo facilmente delle persone anziane, ma in questo caso era davvero così, madre, moglie, nonna che ha attraversato questa vita da protagonista, quel protagonismo silenzioso, di chi non ha bisogno di alzare la voce, di chi sorrideva comunque anche davanti ad avversità che sono inevitabili quando si arriva qui sulla terra ma anche di tanto incanto che ha prodotto lei e prima di lei, con lei, quello che qui tutti conoscevano come il dottor Riscaldini, quando ancora in paese il medico era davvero un’istituzione ma un’istituzione di quelle che chiamavi a qualsiasi ora del giorno e della notte e lui rispondeva, c’era.
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