SOVERE – IL RICORDO – Matteo: “Il mio gigante buono…”

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Matteo Gualeni aveva 22 anni. Matteo era in sella alla sua moto, in una sera di maggio, a Riva di Solto, Matteo aveva fatto il primo turno al lavoro, aveva dormito qualche ora e poi era salito in moto per un giro veloce prima di cena insieme al suo amico. Sarebbe tornato per cena. A cena non è più tornato. Matteo è morto in moto.

Lungo una strada che conosceva a memoria. “Il mio Matteo, il nostro Matteo. La morte di Matteo ha lasciato la sua famiglia, papà, mamma, fratello e sorella, ma anche noi nonni e zii nel dolore più profondo – racconta nonno Mario GualeniEravamo molto legati, lo abbiamo visto crescere, sia lui che i suoi fratelli, li abbiamo custoditi con amore mentre i genitori si recavano al lavoro o erano impegnati”. Matteo si era diplomato all’ITIS di Lovere 4 anni fa e poi aveva frequentato un corso biennale di specializzazione robotica: “Gli piaceva – continua Mario Gualeni – aveva trovato lavoro in una ditta di Castione e poi presso una ditta di Pisogne. Era ben voluto da tutti i compagni di lavoro. Aveva un carattere buono e sempre disponibile, tanto è vero che i suoi amici lo hanno chiamato “gigante gentile e buono“”.

***

Un’alba che riposa su un muro.

Un’ombra di lacci di vento.

Attimi senza recinti.

Ghiaccioli al lampone.

Sillabe spesse di baci di primavera.

Ti cerco perché una fiaba è rimasta a metà.

rimanere senza parole e vederle diventare battiti.

Respiro. Non sento più dolore.

Lo lascio andare. Il dolore è ambizioso. Noi no.

Il dolore pensa di rimanere sempre addosso a noi.

Ma noi ce ne andiamo nel per sempre.

Le nuvole sono mani che stringono sogni.

E se la vita è poca non importa.

Noi siamo fatti per altro.

Noi siamo per sempre.

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