SOVERE – IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA TORRE – Carlo Magno e la vecchietta soverese

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Questo testo di don Martino Campagnoni  fa parte del volume “Il Raggio Verde – Storie bergamasche di devozione popolare” presentato a fine dicembre del 2018, con prefazione del nostro direttore Piero Bonicelli. Si tratta di 41 storie legate ognuna a un santuario mariano della nostra diocesi. E il primo è appunto quello della Madonna della Torre di Sovere. Don Martino è uno scrittore prolifico che con modestia ha impostato le sue opere nella composizione numerica delle ceste evangeliche rimaste dopo le due moltiplicazioni dei pani e dei pasci. E questa è l’ultima (la settima) delle ceste della seconda moltiplicazione citata nel Vangelo di Marco, a seguito delle  precedenti 12 ceste della prima moltiplicazione. Don martino scrive nell’introduzione che è ricorso a qualche arricchimento letterario e all’inserimento di particolari storici e sociali per rendere più gradevole la lettura. Chi volesse acquistare il volume (10 euro) può rivolgersi alla nostra redazione oppure contattare direttamente l’autore presso il Patronato S. Vincenzo di Clusone.

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don Martino Campagnoni

Anno 773

Un gigante di pietra si erge nella strategica posizione tra la Val Borlezza e la Val Cavallina. La torre sembra davvero un gigante di pietra che, impavido e incrollabile, veglia sul borgo da tempo immemore. Ai suoi piedi sono passati eserciti di invasori e bande di briganti. Nel 773 la torre già da secoli domina l’abitato di Sovere, poche case abbarbicate sulle rive scoscese della Valle Borlezza. Un ponte ad unire le due sponde. Stradine strette che dal fiume salgono fino al pianoro sovrastante. Intorno campi, boschi e prati.

Resta solo quella torre di un antico castello. Il signore del maniero ormai perduto aveva fatto affrescare in una stanza la Madonna nel momento in cui accetta la volontà di Dio, annunciata dall’Arcangelo Gabriele. Dell’ampio affresco la rovina del tempo ha risparmiato solo la figura di Maria, preda delle intemperie. Quel che rimane ci mostra una Madonna dal volto amorevole, con il capo leggermente chinato nell’atto di dare il suo assenso: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.  Tiene le braccia intorno al grembo, come già a voler proteggere il Figlio che nascerà….

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