Una tornata amministrativa con una sola lista a Sovere non si era mai vista. Per un paese di poco più di 5000 abitanti, penso sia una sconfitta.
Diverse persone in questi giorni mi hanno detto “sarete contenti, ci siete solo voi”. No, non siamo contenti. Ed il principale motivo di delusione non è la preoccupazione del raggiungimento del quorum.
Certo, anche questo è importante. Affinché le elezioni siano valide dovranno presentarsi alle urne almeno 2093 dei 4184 soveresi iscritti alle liste elettorali. Nel 2012 i soveresi che andarono a votare furono 2938. Di questi, 1071 votarono per Lista Civica per Sovere.
Qualche fine stratega in questi ultimi giorni ci ha anche spiegato che, per ovviare alla mancanza di proposte alternative avremmo dovuto presentare una lista civetta. Il problema non era certo trovare dei nomi da inserire in quella lista. Presentando una seconda lista avremmo preso in giro i soveresi. Per questo non lo abbiamo fatto. Ci presentiamo al giudizio dei soveresi con delle nuove proposte, forti del percorso amministrativo fatto in questi anni e con un gruppo rinnovato per i 9 tredicesimi. Ai soveresi l’onere di decidere se accordarci o meno la loro fiducia.
Sento dire che un Commissario è meglio di una cattiva Amministrazione. Avendo vissuto questa esperienza ed avendo una, non breve, esperienza amministrativa, mi permetto di dissentire. Il Commissario prefettizio è un funzionario, che oltre al suo lavoro in Prefettura gestisce anche il Comune. Disbriga la normale amministrazione, non avvia nuovi progetti, magari non è mai stato a Sovere in vita sua. Tanto meno conosce il paese e la realtà delle persone che in esso vi operano. Un Commissario prefettizio non organizza La festa dello sport, non coordina la pubblicazione di Informa Sovere, non organizza Il Commissario (La Giunta) serve a tavola. Non si preoccupa di trovare chi, in modo del tutto volontario, assicura l’apertura dell’ambulatorio comunale dei prelievi. Non si preoccupa di cercare nuovi autisti volontari per l’auto della solidarietà. Il Commissario non promuove nessuna iniziativa culturale, non chiede alla Protezione Civile di effettuare interventi e non convoca Commissioni. Quasi certamente un Commissario non avrebbe intrapreso i progetti di sistemazione degli edifici scolastici portati avanti in questi ultimi due anni e, certamente, non darà il via nelle prossime settimane, utilizzando l’avanzo di amministrazione, al progetto di abbattimento delle barriere architettoniche nel cimitero di Sellere.
Siamo davvero così sicuri che un anno di Commissario sia la soluzione giusta? E se tra un anno si presentasse nuovamente una sola lista?
Sgombriamo il campo da letture fuorvianti. Il Sindaco non è un podestà. Una lista solitamente vince le elezioni con il 25-30% dei consensi. La legge elettorale gli consegna una maggioranza in Consiglio Comunale del 75%. Quando un Sindaco non ha più i numeri per amministrare è giusto che vada a casa. Molto diverso è dire: siccome non siamo stati capaci di presentare una lista chiediamo alla gente di non andare a votare. Quest’atteggiamento ricorda quello del bambino che, quando sta perdendo la partita, se ne va portando via la palla.
Nel 2007 alle comunali si presentarono 4 liste con 68 candidati. Nel 2012 le liste tra cui scegliere furono 5 ed i candidati 40. Quest’anno i candidati sono 13 ed appartengono tutti ad un’unica lista. Perché questo crollo? Quali sono le cause?
Nessuno ha le risposte, è pur vero che le persone che seguono i Consigli Comunali, sono poche, pochissime e sempre quelle. E’ difficile creare una lista iniziando a lavorarci alcuni mesi prima delle elezioni. Non si ha il tempo per conoscersi, e il rischio di trovarsi in contrasto poco dopo le elezioni è alto. Facile protestare, molto più difficile fare delle proposte e portarle avanti nel tempo.
Fare l’amministratore comunale non è un lavoro, è un impegno, occorrono passione e voglia di spendersi per il proprio paese. C’è chi si impegna nella Pro Loco, chi nelle associazioni sportive e non del paese e chi lo fa da un banco del Consiglio Comunale. La differenza fondamentale sta nel fatto che ogni cinque anni si vota, ci si confronta, si propone la propria idea di paese e i cittadini scelgono. Potresti anche non essere scelto.
In questi anni di impegno amministrativo sono stato in maggioranza, e per sette anni, anche in minoranza. Quando i soveresi ci hanno dato il compito di amministrare lo abbiamo fatto, cercando di tener fede, in uno scenario molto dinamico, a quelli che erano gli impegni presi.
Quando i soveresi hanno scelto altri ad amministrare, abbiamo fatto minoranza: controllando l’operato di chi amministrava, facendo proposte, appoggiando i provvedimenti che ci sembravano giusti e dando battaglia sulle scelte che non condividevamo.
Il ruolo della minoranza è importante. Fondamentale. Ho visto candidati sparire dopo avere perso le elezioni. Questo non è corretto. Sempre tenere fede a chi ti ha dato un voto, si è fidato di te, sia che si vinca o si perda. Significativa ed importante, durante questo mandato, è stata l’esperienza della lista Sovere Cambia (Domenico Pedretti) che in questi cinque anni ha ben interpretato questo ruolo.
Bisogna lavorare per riavvicinare la gente alla vita comunale, ammesso che i più siano interessati a farsi coinvolgere. La democrazia è partecipazione, è voglia di capire cosa ci sta dietro ad una scelta.
E’ facile protestare, molto più difficile proporre. Una volta i luoghi dove più si faceva opinione erano i bar. Oggi il bar più frequentato è Facebook, dove è facile leggere proteste, molto più difficilmente si trovano proposte costruttive.
Ammesso si superi il quorum, cosa fare per provare ad avvicinare le persone alle questioni del Comune? Sarebbe facile fare dei consigli comunali lampo, dove si alzano le mani e non si spiega nulla. Tanto i contrari non ci sono. Non bisogna fare questo sbaglio. Bisogna spiegare, invitare la gente a partecipare ad informarsi.
La mia proposta è questa, dopo ogni Consiglio Comunale, di aprire uno spazio di dibattito con i soveresi. La speranza è che, oltre alle legittime proteste, ci si possa anche confrontare su delle proposte. L’unica strada possibile è quella della partecipazione. Compito dei consiglieri comunali è quello di creare queste occasioni, diritto e dovere dei cittadini è quello di partecipare.
Danilo Carrara
Capogruppo di Lista Civica per Sovere