SOVERE – La rabbia di Pierdomenico: “La mia casa davanti all’Ecomostro, trattato come una pezza da piedi, combatterò fino a che avrò sangue nelle vene. Ecco come è andata”

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Sabato mattina, cielo grigio, come l’umore di Pierdomenico Maffessanti e come il paesaggio davanti a casa sua da quando è cresciuto come un fungo quello che qui tutti chiamano l’Ecomostro: “Non è giusto quello che sta succedendo – commenta sconsolato Maffessanti – e oltre al danno anche la beffa. Perché qui alcuni mi accusano di avere preso soldi per vendere il terreno ma non è così. Il terreno era di mio padre, e quella parte di terreno non è spettata a me ma a mio fratello, che 20 anni fa lo ha ereditato e poi lo ha venduto allora a un prezzo non certo alto a un privato (Maffessanti fa il nome ndr). Poi non si è più saputo nulla, salvo scoprire dopo che questo privato lo ha venduto a un imprenditore ed ora è partita tutta questa operazione, una speculazione, per carità, legittima, ma che senso ha costruire qui un Ecomostro quando la zona artigianale è qui a poche centinaia di metri? Solo per guadagnare. Perché l’imprenditore che ha acquistato il terreno a sua volta ha spacchettato il tutto e rivenduto a delle carpenterie. Ecco, questo è il risultato, è una vergogna”. Maffessanti mostra incartamenti, vicino a lui sua moglie: “Non possono trattarci cosi, e io combatterò fino a che avrà sangue nelle vene, la mia casa è frutto della fatica di una vita, io ho un pezzetto di terreno proprio vicino a dove stanno costruendo l’Ecomostro…

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