Quella avvenuta il 24 marzo 1939 sui Pirenei, in località Izourt, è una tragedia dimenticata che ha toccato anche una famiglia soverese (o meglio, sellerese). 31 operai (tra cui 29 italiani) che stavano lavorando alla costruzione di una diga, avevano perso la vita in seguito ad una tormenta di neve.
Tra loro c’era Samuele Lorandi, nato a Sellere il 25 aprile 1904, figlio di Costante Lorandi e di Anna Bianchi. Come molti bergamaschi dell’epoca, Samuele era emigrato in cerca di lavoro e si trovava su quelle montagne a cavallo tra la Francia repubblicana e la Spagna franchista. Aveva 35 anni e un bagaglio di speranze infrante da quella tragedia che, purtroppo, non ha trovato spazio sui libri di storia. Di tragedie legate all’emigrazione italiana ce ne sono state molte, alcune note (come quella della miniera belga di Marcinelle) e altre sconosciute (o quasi). Tra queste ultime c’è, appunto, quella di Izourt.
Bisogna infatti considerare il periodo storico: pochi mesi dopo la tragedia, scoppiava la Seconda Guerra Mondiale e i riflettori sono rimasti puntati fino al 1945 sulle decine di milioni di vittime di quell’immane sciagura. Non va poi dimenticato che nel 1940 l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia e a farne le spese sono stati, loro malgrado, i 29 morti italiani, ormai considerati “nemici” dai francesi; le tombe degli operai del Bel Paese sono quindi state dimenticate ed eliminate. In questo modo, sulla tragedia dei Pirenei è calata una cortina di fumo che l’ha cancellata dai libri di storia….
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