Il sole scotta. Il vento cerca di lenire il calore ma può poco di fronte all’ennesimo giorno infuocato di questa lunga estate. Però lassù, lungo una strada che sembra portare in nessun posto, dopo qualche chilometro, sopra Sellere, frazione di Sovere, si apre un Paradiso, la strada si fa un po’ più stretta e si arriva all’Azienda Agricola Fior di Ciliegio, un’insegna in legno e ….attorno il Paradiso, colline, un senso di pace infinito, il lago d’iseo e dall’altra parte si vede il lago di Piangaiano. Dario Tarzia, 47 anni, barba curata, sguardo vivo ci accoglie insieme a Pietro, suo figlio, è al lavoro, come sempre, in quella che non è solo un’azienda agricola e ora anche un agriturismo, ma anche e soprattutto una passione che coinvolge lui e la moglie Veronica: “Questa casa – comincia Dario – l’abbiamo costruita io e mia moglie nel 2012, viviamo qui con i nostri tre figli, Noemi, Pietro ed Emma. Questo era un terreno di famiglia e abbiamo deciso di trasformarlo nella nostra vita e nel nostro lavoro, la casa che vedi lì in fondo (indica una casa a un centinaio di metri) è dei miei genitori, mio nonno lo chiamavano il ‘banchetì’, faceva i cestini con le ‘strope’ e molto altro, vendeva la frutta anche a Bossico, insomma, si dava da fare”. Dario racconta: “Perché ‘Fior di ciliegio’? perché nel nostro progetto iniziale, mio e di mia moglie, c’era l’idea di portare avanti un frutteto di ciliegie, e così abbiamo piantato circa 200 piante, poco dopo siamo partiti anche con l’apicoltura, arnie, impollinazione e produzione miele ma presto ci siamo resi conto che la coltivazione di ciliegie cozzava con le nostre idee, le due cose non si sposavano una con l’altra, se si vogliono mangiare le ciliegie la pianta va trattata chimicamente e noi questo non lo volevamo fare. E così ci siamo buttati anche su altro mantenendo però il nome ‘Fior di ciliegio’. Genuinità e nello stesso tempo qualità del prodotto, senza contare le ore, perché dietro c’è una grande passione”.
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