“Sto aspettando la cartolina…”. Paolo Forchini rispondeva così, sorridendo, a chi negli ultimi anni gli chiedeva come stava. La cartolina di cui parlava era quella che lo avrebbe portato in cielo, dove c’è un profumo di eternità. E, alla fine, dopo 99 anni di vita, la cartolina è arrivata quando la primavera stava per passare il testimone all’estate.
Malgrado l’età avanzata, Paolo è stato lucido fino alla fine dei suoi giorni, con accanto, come sempre, l’adorata sorella Caterina, con cui ha condiviso nove decenni di vita e che lo ha accudito negli anni della vecchiaia.
Paolo è nato nel lontano 1923 nella cascina Rank, a Sovere, in una famiglia numerosa e povera. Ha conosciuto il dramma della guerra ed è stato deportato nei campi di concentramento tedeschi (alcuni anni fa ha ricevuto per questo la medaglia d’onore). Ha poi attraversato gli anni della ricostruzione e del miracolo economico, quelli del terrorismo e quelli del benessere. Ha poi varcato il portone del terzo millennio e ha trascorso in serenità il suo lungo viale del tramonto.
Era un uomo di poche parole, ma con i suoi gesti e i suoi silenzi si è fatto amare fino alla fine, quando è arrivata, dopo quasi un secolo, la famosa cartolina per l’ultima destinazione, il Paradiso….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 8 LUGLIO