Quella scultura che sembra uscire, che esce davvero, dai vecchi attrezzi agricoli, che quando la guardi senti la fatica, vedi il sudore, respiri l’odore della terra, la forza delle braccia all’alba, l’incanto del creare, conservare, ridare vita sotto nuove forme. Sandro Zanni ufficialmente lavora o lavorava, ormai è quasi in pensione, in una fabbrica della zona, ma fuori di lì, o forse anche dentro di lì, ha sempre avuto e ha un mondo dove l’arte l’ha sempre fatta da padrona, anche se la parola ‘padrone’ a Sandro di certo non piacerebbe, lui che la libertà ce l’ha nel dna. Sandro Zanni è fresco vincitore del concorso ‘Essere Italiani’, a Milano a Palazzo Lombardia. Un concorso a livello nazionale dove Sandro è approdato con il suo solito disincanto, e ne è uscito, sempre con il solito disincanto, da vincitore. Il premio è organizzato dall’associazione Gart Milano in collaborazione con Regione Lombardia. “Il premio d’arte contemporanea “Essere Italiani” – ha spiegato Virgilio Patarini – nasce dall’idea di sondare, cogliere, indagare, evidenziare i molti e diversi aspetti dell’italianità attraverso l’arte: di scandagliarne l’essenza, la complessità, le eccellenze, le contraddizioni. E in effetti gli ottanta artisti selezionati per la fase finale del concorso hanno espresso una grande varietà di visioni e di interpretazioni, presentando una carrellata di opere che dello spirito e del carattere degli italiani descrivono le qualità e le contraddizioni, le fragilità, i difetti, ma anche la forza di reazione nei momenti drammatici, la solidarietà, l’inventiva, alcuni significativi episodi della storia, alcuni personaggi storici o contemporanei che hanno lasciato un segno profondo, aspetti del costume, peculiarità che portano a volte a dire: «ecco, questo è tipicamente italiano». E alcuni spunti sembrerebbero riflettere anche sul significato e il valore di «essere italiani in Europa e nel Mondo» oggi, nel passato e nel futuro.
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