Giambattista Moretti al mattino comincia presto, sistema la carne, prepara tutto, prima di aprire la macelleria. Che sta lì, ancora per qualche settimana, all’imbocco di uno dei due centri storici, il Borgo San Gregorio, ultimo baluardo commerciale di un borgo che dal 31 dicembre non avrà più negozi, eccetto una tabaccheria, poi tutto chiuso. Giambattista ‘Tita’, qui c’è da una vita, classe 1958, 61 anni compiuti da poco va in pensione: “Da quanto c’è questa macelleria? – commenta Tita – da tanto, circa 90 anni, qui cominciò mio nonno Attilio, dopo di lui è stata la volta di mio padre Luigi e di mio zio. Io sono cresciuto qui, in mezzo a questo lavoro, poi nel 1971 mio padre è morto, io ero un ragazzino, avevo 13 anni, ho finito la scuola e insieme a mia madre Marianna ho preso in mano la macelleria”.
Un ragazzino alle prese con animali da uccidere, carne da sistemare, un lavoro impegnativo: “Ma allora si cominciava presto a lavorare e poi ero cresciuto qui e avevo visto come si faceva, io mi occupavo di sistemare e preparare la carne, mia madre lavorava al bancone e vendeva”. Un ragazzino e sua madre, Marianna, che in paese la conoscevano tutti, dietro il bancone, senza troppe parole, il suo sorriso che ti faceva sentire a casa, la spesa, che a volte ti diceva lei cosa era meglio prendere e poi via a casa a cucinare. …
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