Ombre di tramonto dietro la montagna che diventano luce di alba quando Tommy Fusco e Mauro Ferretti cominciano a parlare di musica. Quasi che te la suonassero nell’anima, in testa, ovunque. Tommy, baschetto calato in testa, classe 1970, insegnante di lettere alle scuole medie di Sovere e musicista di quelli che ci mettono passione, arte e vita con il suo basso elettrico. Con lui Mauro Ferretti, classe 1964, cresciuto a pane & rock, la prima batteria giocattolo a 6 anni e poi il giocattolo è diventato passione infinita. Da picchiare, far diventare musica e assoli da brividi. Da qualche tempo Tommy e Mauro suonano con Giovanni Monteforte, un gigante nel mondo del jazz italiano e internazionale, che li ha voluti con lui dopo averli ascoltati e insieme formano un trio da far girare la testa, musicalmente parlando. Mauro, giubbotto nero anni ’70, come la pettinatura, sguardo timido ma che si illumina quando parla di musica: “Ho cominciato a suonare a 6 anni, batteria, me l’aveva regalata mio padre, autodidatta, poi più avanti ho preso lezioni da pianista, ma la passione sono le percussioni e il rock, Led Zeppelin, Deep Purple e il rock anni ‘70”, e la passione è rimasta ed è diventata arte. “Io invece – attacca Tommy – ho cominciato tardi, a 17 anni, basso elettrico, non ho avuto una cosiddetta educazione musicale, ma sin da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato ad ascoltare cantautori, Bennato, Battiato…”. Ma la musica quando prende il cuore si espande all’infinito. A dieci anni i cantautori e ora il jazz: “Ma la musica è un linguaggio universale, che si esprime in modo diverso anche in base a quello che si prova, si vive, si sente, una combinazione di istinto e razionalità. Il jazz è combinazione di questi elementi, l’istinto si infila nella struttura meccanica e le dà anima, alla fine si parla con lo strumento, si comunica”…
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