Ci sono tradizioni che vanno oltre la semplice festa. Che finiscono per diventare sguardi, soprannomi, volti, ricordi, che rimangono lì, e ti ritornano davanti prepotenti ogni volta che quei giorni tornano a farsi vicini. Come la festa del Santuario che per Sovere è più di una festa. (foto di Giovanni Cattaneo)
Sdraiata davanti a nubi fragili.
Sul volto commosso del cielo
l’orma del vento
smarrisce
il sorriso del sole davanti al campanile.
E spuntano volti e ricordi:
Eri quella che dorme in fondo
alle primavere
sotto le foglie mai spente del sogno.
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