STORIA: “LE INUTILI STRAGI” DEL 28 APRILE 1945 A ROVETTA E SCHILPARIO

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Dedichiamo tre pagine alla rievocazione di due stragi compiute il 28 aprile 1945 a Rovetta e a Schilpario. 43 morti a Rovetta, 12 a Schilpario.

Era il mezzogiorno del giorno in cui, alle 7 del mattino a Bergamo i capi delle formazioni partigiane bergamasche avevano firmato la tregua con i tedeschi. Basta la guerra era finita. A Rovetta, nelle scuole, erano prigionieri 47 militi della Tagliamento, che si erano arresi due giorni prima. Erano tutti giovanissimi, erano di stanza al Passo della Presolana. La Tagliamento era una formazione famosa per la sua crudeltà, ma anche qui le cose vanno distinti tra i vari reparti. Quello del Passo della Presolana non aveva partecipato ad azioni di guerriglia, lo stesso Bepi Lanfranchi, comandante della formazione partigiana seriana, aveva passato in rassegna i prigionieri e nessuno di loro era stato individuato come responsabile di crimini almeno in zona. Fatto sta che i prigionieri, che si erano arresi alla formazione rovettese del CNL, con il parroco nella formazione che si era auto proclamata tale (non era riconosciuta a Bergamo come tale) vengono prelevati da componenti di altre formazioni, portati al cimitero di Rovetta e fucilati (uno scappa, 3 risparmiati perché troppo giovani). Chi ha ordinato la strage? E qui c’è la storia, che riassumiamo dopo averla raccontato in molte puntate sui numeri di araberara tra il 2006 e il 2007, del Moicano, di cui rintracciammo allora l’identità, Paolo Poduje e intervistammo la vedova, scoprendo che era morto da 7 anni, che aveva abitato a Milano. Documenti che smentiscono la sua responsabilità li pubblicammo allora, ne accenniamo adesso, partendo dalla testimonianza di don Bravi, il parroco che confessò i condannati a morte sul viale del cimitero.

La sera del 28 aprile l’altra storia incredibile. Che è stata raccontata solo da una parte. Noi riportiamo anche la versione di uno dei militi della Tagliamento (altro reparto) che scesero dal Passo del Vivione e tesero l’agguato alla formazione partigiana (anche qui una formazione molto discussa e non riconosciuta come C9 dalle Fiamme Verdi) che andava per ricevere la “resa” del reparto dei militi fascisti. Invece fu una carneficina, dei 19 ne restarono uccisi 12, tra cui il tenente medico Scolari del reparto fascista che si era arreso a Dezzo due giorni prima. Alcuni scamparono fuggendo nel bosco, altri fingendosi morti. Perché scendevano verso Schilpario. Lo racconta su Araberara un milite della stessa Tagliamento di cui riportiamo la testimonianza. E qui si ribaltano i sospetti di chissà quali tradimenti e vendette trasversali all’interno della formazione partigiana. Basta lettere le pagine di arabe rara.

SU ARABERARA PAGG. 2-3-5

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