Ci sono storie che partono da punti lontani per intrecciarsi nel tempo, quasi occasionalmente. Quella di Luigi Colosio (94 anni) e Annamaria Mascherona (90 anni) è partita da pochi metri di distanza, a Cambianica di Tavernola ma per più di vent’anni era come fossero degli sconosciuti. E così le due storie fino al 1951 sono state separate.
Cominciamo da quella di Luigi che mi è venuto incontro nel cortile appoggiandosi al bastone, ma con gli occhi vivi e indagatori sul visitatore, peraltro annunciato, ma sconosciuto. Nella cucina c’è la stufa accesa, i freddi dell’autunno, e la moglie vivace, ospitale, che ha voglia di raccontare.
Fuori nel portico c’è un mucchio di legna “minuta”, e Luigi capisce che il “forestiero” si chiede tacitamente qualcosa: “Sì, manca la legna grossa, la farò arrivare”. Ma la stufa fa il suo lavoro.
“Sono nato qui 94 anni fa, in una casa vicino alla chiesa di S. Michele, mio padre si chiamava Alberto e la mamma Orsola Foresti. Ho fatto le scuole a Tavernola. Mio padre lavorava quel pezzetto di campagna che aveva il nonno. Poi alla cementifera. Il nonno ha detto a mio padre, se resti e vuoi lavorare lo tengo, se no vendo il terreno. Avevano qualche mucca. E anch’io ho lavorato lì fino a quando mi hanno chiamato a fare il militare. Siccome avevo chiesto di entrare in Marina, mi hanno chiamato prima che facessi i 19 anni, sono stato a Modena tre mesi e poi a Villa Vicentina, facevamo esercitazioni di sbarco, ci portavano in mare con le zattere e poi facevamo prove di assalto. In Marina sono stato un anno…”.
Ma eravate già “morosi”? “No, abitavamo a pochi passi ma non ci conoscevamo. Quando sono tornato mio papà doveva andare a Bergamo, in corriera, mica in macchina, per curarsi e anche mia mamma era stata operata alla gola. Insomma, eravamo in difficoltà, soldi non ce n’erano e allora ho dovuto far domanda di andare in Svizzera, dove ci sono stato due anni, lavoravo in galleria, poi ho lavorato un anno anche a Como. Sono tornato quando hanno iniziato i lavori alla Cementeria, mettevano i forni nuovi, sono stato assunto alla Milesi e lì dal 1954, ho lavorato 30 anni”. “Lo ‘zio’ Battista ha continuato a fare il contadino, tenendo la latteria e l’osteria”, aggiunge la figlia Marida, presente alla nostra chiacchierata.
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