TAVERNOLA – Ca’ Bianca “concausa” della frana “Chiudete fino al consolidamento del monte” Italcementi senza materia prima chiuderà?

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Non solo il deputato trevigliese Devis Dori che, al netto degli impegni nei giorni scorsi per eleggere il Presidente della Repubblica, sembra aver fatto una ragione di vita (politica) della battaglia per far chiudere il cementificio di Tavernola, con allarmi che sfiorano i toni apocalittici. Non solo   Legambiente (Basso Sebino) che con Dario Balotta incalza da mesi per la chiusura dello stabilimento. Adesso arriva la botta del documento firmato dai 16 Sindaci dei Comuni rivieraschi che chiede alla Regione di “valutare l’opportunità di dismettere un impianto obsoleto e…”. L’arma che ha Regione Lombardia per intervenire su un’azienda privata gliela fornisce lo studio delle Università interpellate.A oggi comunque non c’è nessun provvedimento della Regione”, commenta il sindaco Ioris Pezzotti. “Lazienda dovrebbe presentare un progetto di coltivazione diversa da quella delle ‘volatecon esplosivo”. Ma il sindaco vuole anche precisare che non è vero che l’alternativa possa essere quella di bruciare combustibili alternativi dei rifiuti, come avrebbe lasciato intendere un articolo del Corriere.Assolutamente no, non se ne parla nemmeno”.  

Adesso Regione Lombardia comunque ha preso atto del documento redatto dal Politecnico di Milano, dal Dipartimento di Scienze dell’Ambiente dell’Università della Bicocca sempre di Milano, del Centro della Protezione Civile dell’Università di Firenze, del CNR (Istituto di Geologia Ambientale) che per la cava di Ca’ Bianca, su nel Comune di Parzanica, praticamente l’unica attività estrattiva che “alimenta” il cementificio tavernolese, scrive: “A parere degli scriventi l’attività di coltivazione presso la miniera di Cà Bianca può comportare dei risentimenti significativi entro il corpo di frana qualora le cariche di esplosivo superino il limite dei 250 Kg circa per singola volata”. I dati sono stati raccolti il 26 agosto, il 27 ottobre (dai 415 ai 560 Kg impiegati), il 26 novembre e 17 dicembre (dai 250 ai 350 Kg di esplosivo): hanno prodotto una “chiara amplificazione del segnale sismico e con rilevante durata dello stesso”.  E più sotto “si consiglia di adottare un approccio prudenziale per le attività di volata sospendendole almeno fino all’esecuzione dei lavori di stabilizzazione già discussi (…) L’eventuale adozione di altre tecniche di coltivazione andrà valutata in termini di sollecitazioni che potrebbero essere indotte”.

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