TAVERNOLA – E arrivò il giorno del giudizio Domenica 20 il referendum

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(p.b.) Domenica 20 maggio è il gran giorno. La domanda cui rispondere con un Sì o un No è chiara: “Ritieni che il Comune debba promuovere e agire nella direzione della riconversione/dismissione del Cementificio verso altre attività a ridotto impatto ambientale e paesaggistico?”. Non è quindi un referendum che si limita al discorso sulla possibilità di bruciare quegli “ex rifiuti” adesso chiamati CSS-C che uno può immaginare chissà che dietro una sigla da burocrati. “Ci risiamo – scrive l’ex sindaco Privato Fenaroli – e adesso è anche peggio. per legge ciò che prima erano rifiuti adesso sono combustibili secondari. Come dire: oggi sei merda, ti lavo un po’, faccio una legge e domani sei un dolce prelibato che devi mangiare e zitto. Avete capito? I politici a Roma-Milano e Bergamo pur di riempire le loro aride, inutili e costose giornate, hanno fatto anche questa legge che ha permesso alla provincia di autorizzare la sperimentazione a Tavernola e se rispetta la legge, oggi, la cementeria-italcementi può bruciare come combustibili gli ‘ex-rifiuti’ ora chiamati ‘combustibili secondari’ e non farebbe nulla di illegale e tutti i tavernolesi sanno perfettamente che la cementeria ha sempre rispettato la legge, mai uno sbuffo di polvere, mai un problema, i limiti sempre rispettati, controlli sempre a posto e avanti così. Caro sindaco e amministrazione comunale, intanto grazie per aver indetto il referendum del 20 maggio 2018 per proteggere la salute, il futuro dei figli, il valore delle vostre proprietà e delle vostre case e per salvare il presente e il futuro di Tavernola e di tutto il Sebino. C’è una sola cosa da fare, andare a votare al referendum domenica 20 maggio 2018 per far chiudere la cementeria. Votate Sì”.
Ci si aspetta un risultato… bulgaro a favore dei Sì? Maggioranza certo, ma risultato bulgaro non è detto. C’è qualcuno che andrà a votare No? Sì che ci sarà.
Un post su facebook del maestro Pietro Bettoni è un piccolo allarme. Eccolo: “Sto pensando a chi rema contro il referendum tavernolese. Questa mattina mi trovo un testo dove si dubita della grafia della firma del sindaco e del suo rispetto per i tavernolesi, avendo scritto nella lettera tavernolesi con la T minuscola. Visto il grave problema che i tavernolesi sono chiamati ad affrontare con la cementeria e che viene sottoposto a referendum non si trova di meglio che cercare il pelo nell’uovo quando non si ha l’uovo. È meglio chiarire che i nomi indicanti nazionalità o cittadinanza per molto tempo la grammatica li ha voluti con lettera maiuscola. Ora, sia nelle redazioni giornalistiche che nelle norme redazionali della case editrici, prevale anche per essi la minuscola. Es. gli inglesi sono un grande popolo. Rimangono maiuscoli i nomi di popolazioni antiche, i Greci, i Latini.
La stessa cosa vale per: i tavernolesi sono simpatici. Per la grafia diversa delle firme…a tutti succede di non fare firme sempre uguali per la fretta o lo stato d’animo. Non si firma con un timbro. COMUNQUE I TAVERNOLESI ANDRANNO A VOTARE!”. Così c’è anche una piccola (gratuita) lezione di grammatica.
Il riferimento è alla lettera aperta che il sindaco Filippo Colosio ha scritto ai tavernolesi (t minuscola). “Domenica 20 maggio 2018 è una data importante per tutti gli elettori della nostra comunità, in quanto sono chiamati ad esprimere la loro opinione su una questione così fondamentale per il futuro del nostro territorio. Ritengo le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione Comunale ad indire il referendum sul futuro del Cementificio, oggi di proprietà Italcementi, siano state ampiamente spiegate nelle quattro assemblee pubbliche effettuate in questi ultimi due anni. L’amministrazione, ogniqualvolta si sono presentate novità in merito al confronto con l’azienda e agli iter in corso, ha reso pubbliche le proprie posizioni sull’argomento in Consiglio Comunale. Dopo trent’anni siamo giunti alla conclusione che occorre dire una parola definitiva su questa problematica, fonte di grande preoccupazione per amministratori e popolazione”. Ed ecco il passaggio della lettera minuscola: “Questa parola spetta a voi tavernolesi che potete decidere in che direzione operare. Questo è il senso del referendum. Se ritenete che il Cementificio sia ancora una risorsa, allora dovete mettere in conto che possa usare il CSS-C (derivato dai rifiuti) a tutti gli effetti di legge, un combustibile come il pet coke”. Ed ecco quindi rientrare indirettamente il problema dell’incenerimento che nel quesito non compare in quanto oggetto del contenzioso del ricorso al Tar da parte del Comune. In alternativa… “Se, invece, ritenete che questa realtà produttiva abbia fatto il suo tempo, potete sostenere la proposta di riconversione/dismissione in base alla quale ci attiveremo con azioni mirate nel rispetto dei diritti delle parti in campo e con il tempo necessario”. Questa del “tempo necessario” è una puntualizzazione fatta anche in Consiglio comunale. Perché c’è sempre qualcuno che capisce tone per bilone, vale a dire che pensa che, se ci sarà un risultato a valanga di Sì, il giorno dopo il cementificio verrà chiuso. Si tratta di un referendum che dà un’indicazione, il cementificio è proprietà privata e il privato, se rispetta le leggi, può fare quello che vuole. Quindi se vincono i Sì il cementificio resta tale e quale, solo l’amministrazione attuale e quelle future sapranno che devono fare il possibile perché si… converta a qualcosa di diverso. Che poi ci riescano è tutta un’altra faccenda. Potrebbe essere, come abbiamo scritto più volte… san Mercato a risolvere la questione. Si vota dalle 8.00 alle 21.00 presso la scuola elementare.

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