TAVERNOLA – FRANA – Belotti (Lega): “Dalle audizioni alla Camera sottolineato il grande impegno della Regione e ribadita l’attenzione per i lavoratori della cementeria”

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Frana di Tavernola

In questa seconda serie di audizioni nelle Commissioni Difesa e Ambiente della Camera sulla situazione della frana di Tavernola Bergamasca – dichiara il deputato Daniele Belotti – è stata ribadita, in particolare dal professor Nicola Casagli, presidente dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, l’altissimo livello delle strumentazioni e degli studi geologici messi in campo dall’assessorato al Territorio di Regione Lombardia per monitorare il Monte Saresano e valutare al meglio quali interventi attuare. Studi commissionati alle Università di Bicocca, Bologna e Firenze che figurano essere i migliori esperti nazionali“.

 

Uno studio preventivo e un monitoraggio tale – continua Belotti – che renderebbe superfluo in questa fase l’intervento delle Forze armate che, piuttosto, andrebbero impegnate in un secondo momento per coordinare un’esercitazione di protezione civile con la popolazione locale. Il tutto, però, senza eccedere in toni allarmistici (da più esperti ritenuti eccessivi alla luce dei dati più recenti) che andrebbero a pregiudicare la già difficile stagione turistica“.

Se nell’audizione di settimana scorsa – ribadisce il deputato leghista – nessuno salvo la Lega aveva rimarcato l’attenzione verso gli 80 dipendenti della cementeria e i 50/60 collaboratori indiretti, in questa seconda sessione la nostra forte presa di posizione ha quantomeno ridato dignità a questi lavoratori completamente ignorati da chi, come un deputato del Movimento 5 Stelle, aveva chiesto la chiusura dello stabilimento senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze per decine di famiglie coinvolte. Il tema dell’occupazione, in un momento di grave crisi come questo, non può certo essere messo in secondo o terzo piano“.

Nelle prossime settimane – conclude Belotti – una volta ultimati gli studi geologici potrà essere inserito l’intervento nel Rendis, il Repertorio Nazionale per la Difesa del Suolo, affinchè possa essere quantificato il finanziamento che il Ministero dell’Ambiente nei giorni scorsi ha garantito di concedere”.

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