A Gabriele Foresti, Sindaco
Filippo Colosio
Il 14 dicembre del 2013 si spegneva presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il nostro amico Gabriele. Già a settembre i primi sintomi della malattia si stavano manifestando, non pensavamo che il decorso sarebbe stato tanto veloce. Un mattino, verso mezzogiorno, lo vidi salire le scale di piazza sopra con un’andatura sofferente. Lo invitai a casa a pranzo, chiedendogli come si sentisse. Mi assicurò che pensava di avere un poco d’influenza e mia moglie ed io lo invitammo a rivolgersi immediatamente al medico di famiglia. Quello che successe dopo è l’epilogo di un declino fisico che purtroppo non gli ha dato scampo.
Ho voluto sintetizzare così brevemente l’evolversi della sua malattia, in quanto lui avrebbe liquidato la cosa con il rigore morale che sempre l’ha contraddistinto. Ho iniziato a collaborare con lui nei primi anni del 1990, quando abbiamo costruito una lista per concorrere alle elezioni comunali del 1991. Non fummo eletti, ma da lì iniziò il percorso della compagine di “Impegno Civico”, di cui è stato leader e fondatore, concorrendo all’elezione a sindaco nel 1995. Durante le interminabili riunioni per comporre il gruppo amministrativo, insisteva perché fossi io il candidato sindaco, poiché pensava che avessi più possibilità di raccogliere consensi.
Mi opposi con fermezza perché conoscevo le qualità culturali, organizzative e dialettiche di un politico che sapeva confrontarsi con tutti, che sapeva convincere anche i più scettici; qualità che io non ho o che ho solo in parte.
***
Gabriele da Cambianica
Maria Foresti
Gabriele l’ho conosciuto alle superiori, 14 anni io e 16 lui: nelle gelide mattine degli inverni di una volta, sul lungolago di Tavernola prendevamo la corriera per Lovere, per andare io al liceo e lui all’ ITC, detto ai tempi Ragioneria. Il rudimentale mezzo di trasporto era zeppo di studenti – erano i primi anni della scolarizzazione di massa e poi della contestazione studentesca- e lui mi teneva il posto sul sedile accanto al suo.
Nei 15 km che ci separavano dalla meta non ci mancavano mai gli argomenti di conversazione, tra uno scossone e l’altro sulla panoramica ma sconnessa litoranea 469, tra brusche frenate ed imprecazioni dell’autista, con il contorno del vociare urlante di ragazzi e ragazze, soprattutto di quelli in piedi che venivano sballottati ad ogni curva. Non avevo mai visto prima questo ragazzo omonimo di mio fratello, perché aveva frequentato altrove la scuola media e perché, in quell’epoca di microcampanilismo, le giovani generazioni di Tavernola centro storico e della sua frazione principale, Cambianica, venivano tenute debitamente a distanza dalle famiglie, in particolare poi se si trattava di prole di sesso diverso.
***
Gabriele Foresti: la pratica e la grammatica
Rosa Facchi
Sono stata eletta consigliere comunale nella lista “Impegno civico” nel 1995. In precedenza, non avevo mai ricoperto incarichi politici e su proposta di Gabriele ho accettato di partecipare a questa occasione avendo chiaro l’obiettivo di sollecitare la ristrutturazione dell’edificio scolastico di via Roma. Proprio questo obiettivo mi ha visto a fianco del sindaco Gabriele con lo stesso entusiasmo. Mi sono trovata a lavorare nel gruppo anche su tanti altri obiettivi del programma elettorale ed ho particolarmente apprezzato la capacità di Gabriele di motivare ognuno di noi e di sollecitarci ad essere sempre attenti e propositivi di possibili soluzioni ai problemi “vecchi” ed a quelli emergenti. Non voglio elencare le tante azioni amministrative avviate nel primo e nel secondo quadriennio, sono già state ampiamente illustrate nel libro “Allora ringrazio Iddio di avermi fatto nascere qui” di Bettoni Cristina edito nel 2014. Credo che vada sottolineata la lungimiranza di Gabriele nel tenere presenti strategicamente tutti i problemi distinguendoli tra quelli urgenti, quelli quotidiani relativi ai servizi esistenti e quelli orientati ad uno sviluppo con orizzonte più largo per i quali era necessaria la convergenza anche di altri soggetti politici. potremmo dire che aveva interpretato il detto latino “UBI MAIOR, MINOR CESSAT” come UBI MINOR, MAIOREM DELECTAT.
***
IL RICORDO DELLA FIGLIA MARTA
Grazie Papà, per avermi fatto sognare mondi diversi
Qualche settimana fa un tuo carissimo amico mi ha ricordato che sono già passati 10 anni dalla tua dolorosissima scomparsa. Il tempo vola e, dicono, lenisce le ferite. Sarà… quando penso a te e alla mamma tutta questa azione lenitiva non la rilevo più di tanto.
Probabilmente per questo mi sono inconsciamente spinta a non pensarvi troppo.
Pure i tuoi adorati nipoti mi hanno fatto recentemente “riaprire” gli occhi e soprattutto il cuore. La tua “principessina” scrivendo in una sua presentazione scolastica di quanto le manchi e di quanto vorrebbe il suo “eroe” ancora qui e lui, il furbetto, facendosi trovare piangente, disperato, perché rivedere alcune tue foto l’aveva improvvisamente rattristato.
A loro in poco tempo hai dato tutto, e solo, il meglio: sorrisi, coccole, mille sguardi amorevoli; bastava che uno di loro dicesse una parolina e a Tavernola si traduceva in un… mia/o nipote parla 4 lingue. L’affetto smisurato dei nonni.
***
GABRIELE FORESTI
Cristina Bettoni
Nasce a Tavernola il 20 settembre 1950, ottavo dei nove figli di Luigi Foresti e secondo dei tre della sua seconda moglie, Carola Zoppi. Frequenta la scuola elementare di Tavernola, alunno del maestro Eliseo che, avendone accertate le grandi capacità, consiglia il padre di fargli proseguire gli studi.
La famiglia Foresti vive in condizioni economiche decorose, tuttavia un figlio a scuola oltre l’obbligo è un lusso all’epoca per una famiglia operaia. La soluzione a portata di mano è il seminario vescovile di Clusone, che accetta anche ragazzi di famiglie modeste in cambio di rette accessibili in previsione di un loro avvio al sacerdozio.
Gabriele frequenta con profitto le tre classi della scuola media, dopo le quali chiede ai genitori di non rientrare in seminario, dato che non si ritiene idoneo alla vita sacerdotale, perciò il padre lo iscrive all’Istituto Tecnico Commerciale di Lovere. Qui, dopo i regolamentari cinque anni, nel 1970 consegue a pieni voti il diploma di ragioniere.
I brillanti risultati scolastici e il buon piazzamento in un concorso indetto da uno dei tanti quotidiani di cui è lettore gli permettono di vincere una borsa di studio-soggiorno per il perfezionamento della lingua inglese, e ciò gli consente di passare a Londra parte dell’estate 1970 (E’ infatti “portato” per le lingue, e ciò gli risulterà di grande utilità nel lavoro, dato che parla fluentemente, oltre all’inglese, anche il francese).
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 1° DICEMBRE TRE PAGINE IN RICORDO DI GABRIELE FORESTI NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE