TAVERNOLA – Irene Foresti tra “Pentole e Campanili”

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Dalle cucine, dalle dispense e dai deschi italiani proviene, forse da sempre, un deciso profumo e identitario, un richiamo irresistibile da difendere strenuamente contro ogni sorta di “imitazione”. La cucina della mamma, della nonna, della zia, di casa o anche solo del paese natio racchiudono un universo culinario che crediamo “nostro” e solo “nostro”, forse perché rimanda a ricordi d’altri tempi, peraltro spesso non vissuti direttamente poiché solo tramandati per memoria orale dalle stesse mamme, nonne, zie o voci di paese.

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