di Cristina Bettoni
La filanda di Tavernola era di proprietà di Davide Capuani, figlio di Giovanni e fratello di due importanti personaggi residenti a Bergamo: Antonio, il professore/preside del liceo Sarpi, sposato con la contessa Grumelli, e l’avvocato Ettore, primo podestà del Comune capoluogo della provincia e donnaiolo impenitente. Davide non aveva studiato oltre la scuola media perché in famiglia si era deciso così: a lui, infatti, sarebbe passata la filanda che si era ampliata e modernizzata.
Quasi tutti i paesi sulle sponde del Sebino avevano una o più filande, fondate nell’Ottocento, che ancora resistevano e producevano filati di seta per vari usi, ma quella di Tavernola aveva un mercato più stabile perché Davide Capuani, il proprietario, era Presidente dei produttori di seta della Lombardia e ciò contava molto, all’epoca.
Questo faceva sì che i metodi tenuti dai capi (Direttore, agente, tachére (nome derivante dal verbo dialettale “tacà” = attaccare perché attaccavano il filo nuovo a quello vecchio finito) fossero poco piacevoli per le spaserine e alcune giovani filere che spesso venivano spruzzate con acqua bollente dalle filere anziane, dall’agènta e dal Direttore. Se poi nella stansa dela seda la matassa mostrava dei difetti le povere spasarine ricevevano delle multe salate: in certi mesi il salario a volte veniva quasi annullato!
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