Si usasse ancora il latino verrebbe da cantare l’exultet del sabato santo che annuncia non una resurrezione, che sarebbe troppo, ma la riapertura della litoranea dopo 12 anni di semaforo, apertura, chiusura, rinvio, riassegnazione dei lavori, interruzione, ripresa, attesa perché l’Enel facesse il suo, la nuova cabina, la demolizione dell’arco che di trionfo non aveva più nulla, poi di nuovo i tempi allungati e finalmente adesso la scomparsa del semaforo alla curva chiamata Capuani. Resta l’imbuto che si crea al termine del nuovo tratto stradale allargato, in corrispondenza della “darsena” e del relativo scivolo a lago. Un intervento di cui non c’è neppure il progetto, figurarsi l’impegno di spesa e l’inizio dei lavori. Ne avevamo già parlato su Araberara nei numeri scorsi. Adesso il sindaco Joris Pezzotti che ha addosso lo stress di questi ormai due anni di piaghe che fanno concorrenza a quelle d’Egitto: “Quante volte l’abbiamo predicato alla Provincia che bisognava poi prevedere quest’opera. Lo abbiamo fatto presente anche all’Anas visto che adesso la strada è di sua competenza. No, non c’è un progetto, c’era una stima di spesa intorno ai 200 mila euro, ma già i tecnici dell’Anas ci hanno detto che ce ne vorranno molti di più. Si tratta di bypassare la vecchia darsena del comparto ex Berta, adesso di proprietà comunale e comunque l’area è del demanio ma chissà quanto tempo passerà prima che si possa intervenire. Tra l’altra la darsena non è mai stata usata”.
E nel frattempo sono arrivati i primi risultati degli studi delle tre Università (Firenze, Politecnico e Bicocca) incaricate dalla Regione di valutare le cause e gli interventi sul grande movimento franoso che ha allarmato per mesi, dal febbraio scorso, tutto il Lago d’Iseo. “Sono arrivati gli studi ma sono incompleti, adesso andiamo in videoconferenza per capire non tanto quello che si deve fare, quello è chiaro, si deve intervenire per il consolidamento del materiale franoso. Come? Con le reti e i tiranti. Manca la parte che doveva indicare la causa del movimento. Adesso la regione passerà all’Autorità di Bacini il milione e mezzo stanziato e l’Autorità di bacino dovrà dare l’incarico a un pool di ingegneri per progettare gli interventi”….
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