TAVERNOLA – Non solo Peppone e don Camillo ma anche… “il carretto dei poveri”

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Dopo tre anni di pandemia Tavernola ha detto “stop” al covid ed ha organizzato una sfilata di carnevale degna dei “bei tempi”.

Innanzi tutto si è pensato ai “carri”, 4, di grande volumetria, abitati da maschere opportunamente travestite intente a nutrire e custodire gli animali e le persone sui carri (su di uno c’era anche una ruota azzurra con 4 raggi che giravano armonicamente). Un carro recava un leone, in piedi, fiero e curioso, un altro aveva galline (finte) che scodellavano uova, un terzo ripieno di attrezzi per la pulizia dei prati predisposto dalla famiglia di Francesco Morzenti  che “issava” come conducente anche il figlio più piccolo. C’era anche un quarto carro, voluminoso e brillante, seguito da una folla di teenagers  incastrate in barattoli di coca cola e altre bibite.

C’era, infine, un piccolo carretto  tirato a mano da Sergio Cristinelli che mostrava, giacenti sullo sfondo ricoperto di fieno alcuni attrezzi agricoli in riposo: zappa, vanga e rastrello.

Rappresento i poveri – ha spiegato con orgoglio – sono capaci tutti di andare in corteo su un carro ricco semovente…”.

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