A Tavernola le dichiarazioni fatte dall’amministratore unico di Heidelberg (ex Italcementi) a L’Eco decanta le doti del cementificio tavernolese che prima definisce “complesso” e “anomalo” per la sua posizione poi “ben tenuto” e che fa un prodotto “che piace molto alla clientela”, invece non è così. “La nostra intenzione è quindi preservarne la continuità”. Che lo stabilimento sia in buone condizioni è una bufala, lo sanno tutti, andrebbero fatti investimenti milionari. Che il prodotto sia buono non è vero, a Tavernola si produce cemento nero, non il più pregiato, il materiale che arriva dalla cava di Parzanica va integrato con un 30% di carbonato di calcio che arriva da Rezzato, Cividate Camuno e Grone, le file di camion sono anche per questo, gli impianti sono obsoleti. E allora ecco che non si alzano gli evviva. C’è un referendum alle porte (il 20 maggio) che chiede il contrario: “Ritieni che il Comune debba agire nella direzione della riconversione o dismissione del cementificio verso altre attività a ridotto impatto ambientale e paesaggistico?”. Ci si aspetta una maggioranza di Sì. Il che vuol dire poco, perché non si chiude una proprietà privata con un referendum. Ma torniamo alle dichiarazioni dell’amministratore unico e sentiamo la campana della nostra “talpa” cui riferiamo il contenuto delle dichiarazioni. “Heidelberg aveva promesso anche che la sede di Bergamo di Italcementi sarebbe stata preservata. Le cose non sono andate così, all’improvviso ha chiuso. E’ chiara una cosa: o ci si aspetta che il mercato nei prossimi mesi faccia un balzo in avanti, cosa attualmente impensabile, o si dicono delle cose tanto per dirle. Fossi io a decidere, e per fortuna non lo sono, lo stabilimento di Tavernola, sul piano industriale andrebbe chiuso. Ma attenzione, queste cose non si annunciano, anzi, si dice il contrario, poi si fanno. Magari tra un anno o al massimo due, visto l’andamento del mercato, andrebbe chiuso”….