“Eppur si muove” ancora, pochi millimetri, tra 1,8 mm e 2,3 al giorno. Ma adesso si è tutti “in attesa” dei grandi studi universitari e non solo, quei 90 giorni che ci si è presi di tempo per avere un progetto o di consolidamento o di rimozione anche parziale del materiale della potenziale frana. “La parola agli scienziati” commenta non si capisce se con ironia o speranza il capogruppo di maggioranza con delega alla comunicazione Silvio Bonomelli. “Intanto stiamo spostando il geo-radar che sta monitorando il movimento franoso attualmente posizionato sotto il ristorante ‘La Sirena’ a quota 185 metri sul livello del mare dietro il municipio, in una posizione più sicura per eventuali ondate del lago. Gli ‘scienziati’ dovranno darci delle indicazioni sulle cause ma anche indicare come risolvere speriamo definitivamente il problema”.
Quindi non è finita, si è in una fase di stallo, in attesa che qualcuno dica e faccia “qualcosa di importante, di unico e di grande” come dice la canzone.
Ma apre o no il Cementificio? Si era detto che l’apertura era prevista entro metà giugno. “Abbiamo avuto una riunione in cui erano presenti i rappresentanti del Comune, del Cementificio e dei Sindacati. Si è concordato in quella riunione di spostare l’ipotesi di riapertura del Cementificio al 26 giugno. Ma tutto dipenderà dalla Regione. Che vuole che si effettuino quelle che vengono chiamare ‘prove di interferenza’ sull’attività della cava di Parzanica sul movimento sotto la località ‘Squadre’. La Regione vuole essere certa che lo sparo delle mine nella cava Ca’ Bianca non abbiano conseguenze sul movimento franoso”.
Queste “prove” derivano da segnalazioni fatte da cittadini, tutto viene tenuto in considerazione, si vuole essere certi di ogni passaggio per non poi dover rispondere di eventuali conseguenze e finire sotto accusa. Quindi “adelante Pedro con judicio” come direbbe Manzoni. Ormai anche i tecnici hanno paura a mettere la firma sotto qualsiasi documento per non dover essere chiamati in causa in futuro anche a livello giudiziario e si rallenta tutto.
Il forno del cementificio intanto è rimasto fermo, si è proceduto alla vendita e smaltimento delle giacenze, per questo si è visto anche in questo periodo l’andirivieni di automezzi.
“Il cementificio ha anche confermato che avrà necessità di assumere personale, ma lo potrà fare solo quando potrà riprendere l’attività della cava di Parzanica”.
E di contorno resta quel maledetto semaforo che sta lì da dodici anni e passa sulla rivierasca, proprio tra Tavernola e il “suo” cementificio…
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