È il febbraio 1958. Il prevosto Don Pietro Bonicelli, già con i sintomi del ritorno devastante della malattia per cui era stato operato con l’asportazione di un rene tre anni prima, il tumore che lo avrebbe portato alla morte, ha in mente di costruire il nuovo oratorio e il nuovo cinema. Verrà posata anche la prima pietra con relativa pergamena, proprio nel vecchio piccolo campo sportivo che confinava con Via Valle. Nel progetto però adesso viene alla luce che più che l’oratorio, di cui non c’era il progetto, almeno non è stato ancora trovato, nello spazio del campo sportivo era progettato (in archivio comunale sono stati ritrovati documenti e bozze progettuali dall’attuale vicesindaco Roberto Zanella) un nuovo cinema che andava a sostituire, nelle intenzioni del prevosto, il vecchio cine-teatro “Giosuè Borsi” ormai inadeguato alle normative (anche se poi ricordo che era ancora funzionante negli anni 60/70, con le panche di legno, e fu demolito, insieme all’asilo, negli anni scorsi per ricavarne l’attuale parcheggio).
Il prevosto Don Pietro Bonicelli teneva un puntiglioso diario giornaliero: nella parte alta solitamente scriveva meditazioni e considerazioni spirituali, nella parte bassa cronaca della giornata, chi veniva a visitarlo, chi aveva ricevuto, le liti, i lutti: scriveva appunto nel suo diario il 3 febbraio 1958: “Oggi andai a Bergamo per il progetto del cinema. L’architetto Sonzogni me lo ha spiegato bene… Mi piace moltissimo. Sarà di certo un bellissimo cinema e credo sia di soddisfazione anche agli altri. Il Curato non è troppo del parere ma a me piace”. Il Curato era ancora don Pietro Tengattini, che sarà sostituito nei mesi successivi dal prete novello Don Pietro Rapizza.
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