TEMÚ – Il sindaco Pasina: “Ecco chi erano davvero le figlie di Laura Ziliani, quel giorno in casa loro, l’auto distrutta di Mirto e…”

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A Temù non si continua a parlare d’altro, il caso Ziliani è sotto i riflettori e “il paese è continuamente sotto pressione e sotto il sospetto di tutto e di tutti”, si sfoga il sindaco Giuseppe Pasina.

Partiamo dalla fine, da quella pista satanica spuntata nei giorni scorsi che però non sarebbe al vaglio degli inquirenti. L’ipotesi sarebbe spuntata dopo che secondo alcune voci di paese Mirto partecipasse a messe nere all’interno di un casolare abbandonato situato a pochi metri dal luogo in cui l’8 agosto è stato ritrovato il cadavere di Laura. Abbiamo chiesto al sindaco di spiegarci cosa sta accadendo: “Quel fabbricato l’avevo visto un paio di anni fa, sì, c’erano delle scritte a cui però non avevo dato peso, ho pensato a qualche ragazzino che era entrato… adesso addirittura qualcuno dice che ha visto dei lumini, ma mi sembrano delle fantasie. Le voci dicono che Mirto facesse parte di sette sataniche perché sul suo profilo Facebook aveva delle croci ribaltate. E anche quando abbiamo ritrovato il corpo di Laura in un primo momento il fatto che non avesse i capelli ha fatto pensare a qualche rituale… ma per il momento sono soltanto chiacchiere di paese”.

E si parla di ricovero in psichiatria delle due sorelle; i loro parenti avrebbero chiamato il 118 e con una sola ambulanza sarebbero state trasportate al Civile di Brescia dove i medici avrebbero optato per il ricovero. Silvia sarebbe rimasta una settimana a Brescia mentre Paola, la sorella minore, sarebbe stata trasferita a Montichiari, ricoverata per due settimane.

“Sapevo che c’era stato un ricovero – puntualizza il sindaco – ma non che erano state ricoverate in psichiatria perché avevano tentato il suicidio. Noi pensavamo fosse la mossa di un legale, ma non saprei aggiungere altro”.

Parliamo di Laura… “La conoscevo benissimo perché ha lavorato per il Comune di Temù per 22 anni, prima come vigilessa e poi all’Ufficio Tributi. Era un’impiegata molto attenta per quanto riguarda la gestione economica… era molto precisa”.

Poi la scomparsa, le ricerche che hanno coinvolto centinaia di persone, e quell’appello disperato rimasto sotto gli occhi di tutti: “E’ stato un po’ esagerato… non puoi fare un appello così dopo poche ore dalla scomparsa di un tuo parente, così come la chiamata alle 11:50 alla Protezione Civile, Carabinieri, Vigili del Fuoco per la ricerca della madre, che non era rientrata alle 10:30. Prima di pensare di dare un allarme così, vai a cercarla. E poi, dopo quell’appello le due sorelle, Mirto e il fratello di Laura erano al bar tranquilli a bere il caffè”…

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