Si sono svolti martedì 31 maggio nella Parrocchiale di Ardesio i funerali di Antonio Plodari, 87 anni, di Marinoni di Ardesio, conosciuto da tutti come “Tóne perso” a causa dell’incredibile avventura di cui era stato protagonista all’età di 4 anni quando, sperdutosi nei boschi della Valcanale mentre cercava legna coi suoi fratelli, venne ritrovato una settimana dopo sul Monte Fòp, sopra Parre. La storia del suo ritrovamento venne ricostruita, tramite testimoni diretti, dalla nostra Anna Carissoni in un’intervista del16 gennaio 2009 che riproponiamo. Antonio Plodari rimosso il ricordo di quella vicenda forse anche grazie alla smemoratezza della tenera età, ebbe poi una lunga vita serena dedicata alla famiglia, al lavoro, all’onestà e ad una fede semplice ma profonda, come ha ricordato anche il parroco don Guglielmo nell’omelia della Messa funebre. Anche la nostra Redazione si unisce al dolore della moglie signora Celestina, dei figli Domenica, Pierangela, Gianmario e Cesira, dei numerosi nipoti e di tutti i parenti e gli amici, porgendo loro sentite condoglianze.
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“Quando mio padre arrivò nella baita ed estrasse da sotto il’ gabà’ quel mucchietto di stracci dagli occhi pieni di terrore, ci chiedemmo tutti se per caso non stessimo facendo un brutto sogno. Un cucciolo d’uomo ridotto ad una bestiolina muta e tremante, quasi ormai senza capelli in testa, con le unghie tutte insanguinate. Nelle mani stringeva, rispettivamente, un mazzetto di ‘griöla’ e di’ mèss-cündìt’ ( di acetosella e di bistorta, erbe commestibili, n. d. r.), che si decise a buttare via solo quando gli offrimmo un ‘basgiòt’ di polenta e latte caldo”. Tarcisio Bossetti, di Parre, classe 1928, ha ancora impresse nitidamente nella memoria quelle ore incredibili di una sera di luglio del 1933, quando suo padre Pino, del casato dei Maciù, uscito dalla baita dell’alpeggio del Fòp per radunare la mandria e condurla più in basso in vista del brutto temporale che tuoni e lampi annunciavano, incuriosito da quella specie di guaìto lamentoso che sentiva in lontananza, salì fin quasi alla cima della montagna e si imbattè in una sorpresa che mai avrebbe immaginato di trovare: un piccolo di 4 anni lacero, spaventato, affamato, infreddolito che con voce sempre più debole chiamava la mamma…
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