Dopo aver toccato le località di Tavernola Bergamasca, Santa Croce di San Pellegrino Terme, Bergamo (chiesa di San Nicolò ai Celestini e chiesa parrocchiale di S. Anna), Lallio, Stezzano, Castione della Presolana, Paladina, Caravaggio e Comun Nuovo, stavolta i “I colori dell’aria”, il progetto concertistico ideato da Alessandro Bottelli per valorizzare, grazie a brani strumentali creati ad hoc da compositori italiani, il patrimonio artistico-culturale meno conosciuto del territorio bergamasco, fa tappa a Torre Boldone, nella Chiesa parrocchiale di San Martino vescovo. È qui, infatti, che sabato 9 novembre (ore 20.45), in occasione delle annuali feste patronali, si esibirà il Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci sax soprano, Francesco Ronzio sax contralto, Mattia Quirico sax tenore, Salvatore Castellano sax baritono), una formazione di giovani e apprezzati professionisti già coronata da numerosi riconoscimenti e da presenze a rassegne e festival di rilievo. L’ensemble, che si caratterizza per una vivace e fattiva partecipazione alla creazione di nuove partiture, lavora spesso a stretto contatto con i compositori. E per l’occasione si misurerà anche con un recentissimo lavoro per quattro saxofoni commissionato alla compositrice, pianista, organista e didatta riminese Marialuisa Balza e ispirato alla Vergine coi Santi Martino di Tours e Margherita di Filippo Comerio (1747–1827), dipinto su tela posto in presbiterio, dietro l’altare maggiore della Parrocchiale.
Dopo gli esordi pianistici e organistici, Balza si è dedicata quasi esclusivamente alla composizione. Dal 2004 è docente di armonia, contrappunto e fuga e dal 2015 anche di composizione e orchestrazione presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Come compositrice ha partecipato a diverse produzioni del Pims di Roma: I responsori della settimana santa per coro (2010), Messa in onore di Giovanni Paolo II per coro e organo (2011), Cantico dei cantici per coro (2012), I doni dello Spirito Santo per organo (2013), Antifone mariane per coro e orchestra (2015), l’oratorio Agnosce, fili, misericordiam patris per coro, solisti, ottoni, organo e voci recitanti in collaborazione con la Cappella musicale del Duomo di Firenze, in occasione del Giubileo della Misericordia (2016), Ave mater per coro e orchestra d’archi (2019), Via crucis per coro, coro di bambini, solisti, orchestra, organo, voci recitanti in collaborazione con la cappella musicale del Duomo di Firenze (2024). Ha scritto l’opera La bottega dell’orefice, tratta dall’omonimo lavoro teatrale di Karol Wojtyla, e le musiche per la fiaba musicale Se una notte d’inverno un paio d’angeli…, su testo di A. Bottelli. Nel 2015 ha partecipato insieme ad altre 4 compositrici italiane e 5 argentine alla stesura della Missa pro terrae humilibus promossa dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in musica e dedicata a papa Francesco, eseguita nella Basilica di San Pietro e poi ripresa più volte a Napoli, Roma, Buenos Aires e nel maggio 2022 a Torino per i festeggiamenti della Sacra Sindone. Autrice soprattutto di musica vocale e organistica, ha composto anche musica per vari ensembles strumentali, aderendo più volte a progetti della Fondazione Donne in musica e scrivendo brani originali per il recital Donne di fiori (2019), ideato da Alessandro Bottelli, e per la rassegna “Box Organi. Suoni e parole d’autore” di Lallio (2020).
Così scrive la compositrice nel presentare Ianua coeli, il suo nuovo componimento per Torre Boldone: «Nell’osservare la pala d’altare di Comerio sono rimasta colpita dai tre personaggi principali, che mi hanno ispirato tre momenti musicali differenti, ma collegati tra loro dallo stesso materiale tematico: le note del canto gregoriano Tota pulchra es. La prima parte descrive Santa Margherita ripresa nell’atto di combattere, con la forza della Parola e della Croce, l’antico drago, il quale riuscirà a divorarla senza avere, però, il potere di toglierle la vita. La seconda parte riprende San Martino nel suo ruolo istituzionale di vescovo, mentre intercede presso la Vergine per tutta la Chiesa e la terza descrive la Vergine stessa, la “Tota pulchra” che dal cielo guarda in basso con amore verso il suo popolo. Da qui la scelta di utilizzare come materiale tematico il Tota pulchra. La prima parte con il suo ritmo inquieto e ostinato denota l’urgenza del male rappresentato dal drago. Il ritmo incalzante, non permette libertà e respiro, ma è nello stesso tempo suadente con i suoi intrecci arabescati. Il mondo seduce con il suo potere, con le sue urgenze, con la sua svuotante frenesia. Margherita combatte con le armi di Cristo e viene solo apparentemente sconfitta. In netto contrasto, la seconda parte è una fuga molto pacata sul tema finale del Tota pulchra: “ad Dominum Jesum Christum”. San Martino parla la lingua canonica della Chiesa e con la sapienza che gli è conferita dallo Spirito fa da intermediario tra il mondo dominato dalle leggi crudeli e spietate del drago e il cielo, dove risiede la Vergine, dominato invece dalla legge dell’amore. La terza parte con il suo ritmo lento e costante rappresenta il cuore della Vergine che nella sua totale purezza, pulsa d’amore per il suo popolo. È nell’amore incondizionato della “Tota pulchra” che il drago viene totalmente sconfitto. Nonostante la morte continui a dominare la scena di questo mondo, non rappresenta l’ultima parola. L’ultima parola è un cuore pulsante d’amore, dimora prediletta di un Dio, che per amore degli uomini, non ha rigettato una morte cruenta come la morte in croce. La Vergine nella sua umiltà, nel suo totale abbandono alla volontà di Dio, ha il potere di sconfiggere il drago e il potere di questo mondo e diventa la “ianua coeli” cioè colei che apre all’umanità le porte del cielo».
Oltre a tre Sonate clavicembalistiche di Domenico Scarlatti riscritte da Salvatore Sciarrino, al Capriccio in mi minore op. 81 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, composto da un Andante sognante e malinconico e seguito da un Allegro fugato vorticoso e virtuosistico, ai quattro movimenti che formano il Saxophone Quartet (1979) dell’inglese Paul Geoffrey Reade (1943-1997), il concerto offrirà l’occasione di ascoltare anche tre canzoni della pop star Sting (1951) – Englishman in New York, Valparaiso, I’ve been down so long – arrangiate per quartetto di sassofoni e una recentissima e spettacolare trascrizione realizzata dal compositore e direttore di coro bergamasco Davide Mutti, che stavolta si è cimentato con il poema sinfonico La Moldava di Bedřich Smetana (1824-1884). Quest’anno, infatti, ricorrono i 150 anni dalla creazione di tale popolare pagina orchestrale, e i 200 anni dalla nascita del suo non meno celebre creatore. «Il vivido e immaginifico descrittivismo di questa partitura – scrive Mutti – ha reso questo brano uno dei più noti e iconici esempi di poema sinfonico dell’intera storia della musica. L’opera illustra il più grande fiume della Repubblica Ceca dal suo nascere unificando due diverse sorgenti (una di acqua calda, l’altra di acqua fredda). Il suo scorrere incontra e descrive, giustapponendole, più vicende: dapprima una scena di caccia nella foresta, poi un matrimonio in campagna, in seguito una danza di ninfe al chiaro di luna, quindi le turbinose rapide di san Giovanni, infine l’ampio e trionfale ingresso del fiume verso Praga e il castello di Vyšehrad sino al suo finale confluire nell’Elba. Il tutto mediante l’uso due temi principali: uno affonda le sue radici in una popolarissima melodia rinascimentale italiana (detta Ballo di Mantova) filtrata nel corso dei secoli in varie culture europee; l’altro è una autocitazione tratta dal brano che precede La Moldava nel ciclo di sei poemi sinfonici intitolato Má vlast».
“I colori dell’aria 11” – Concerto per San Martino è promosso dalla Parrocchia di Torre Boldone (Bg), si avvale del supporto tecnico di Eliorobica e ha la media partner di BergamoNews, Prima Bergamo e araberara.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per info: 388 58 63 106