“Che zopez la gliettama con le tescrit al trariocon”. Traduzione per chi non è di Torre Boldone: “Che pezzo la maglietta con le scritte al contrario”.
Quello che sembrava un gioco, uno dei tanti che sono stati fatti in questi due mesi di solitudine e di quarantena, è diventata una iniziativa benefica utile e simpatica.
Tutto nasce da un gruppo di persone di 40/50 anni, cioè di coloro che erano ragazzi e giovani negli anni Ottanta. Negli ultimi mesi trascorsi nelle proprie abitazioni, questi “ex giovani” hanno mantenuto i contatti tra loro e sui social hanno cominciato a riutilizzare l’antico linguaggio della loro giovinezza. In pratica, di ogni parola si invertivano le sillabe. Torre diventava Retor. Sindaco era dacosin. Grazie era ziegra. Socio diventava cioso… e via dicendo… SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 8 MAGGIO