TORRE BOLDONE – La scure di Macario su Rotini, che perde l’assessorato per un post nella Giornata della Memoria

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Il sindaco: “Indegne provocazioni dell’assessore Rotini. Ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati”. L’ex assessore: “I motivi della mia veloce epurazione evidentemente sono altri, e in futuro lo vedremo”

 

Tre anni fa, all’inizio del 2019, l’allora sindaco di Torre Boldone Claudio Sessa aveva ‘licenziato’ per divergenze politiche il suo assessore esterno all’Urbanistica, Gianangelo Cividini. La delega era stata assegnata ad un esponente della Lega ranichese, Gianni Rotini, che l’aveva mantenuta, con l’aggiunta di Lavori Pubblici e Ambiente, anche nella Giunta guidata dal nuovo sindaco Luca Macario. Il ‘matrimonio’ è durato solo tre anni, infatti nei giorni scorsi il primo cittadino ha ‘licenziato’ il suo assessore esterno. Tutto questo per un post nella Giornata della Memoria.

Da molti mesi si leggono sui social e si sentono in televisione o per strada discorsi fatti da no vax che paragonano il Green Pass alle politiche naziste contro gli Ebrei o al vecchio regime sudafricano dell’Apartheid. Discorsi che a gran parte della popolazione paiono assai irritanti, come quando si paragona l’attuale regime democratico italiano (pur con tutti i suoi difetti) alle dittaure fascista, nazista o comunista. Alcuni post in salsa no vax pubblicati sui social in occasione della Giornata della Memoria del 17 gennaio, dedicata alle vittime dei campi di sterminio, si sono però rivelati un boomerang per gli autori. È successo anche ad Albino (ne parlamo in un altro articolo) ed a Torre Boldone, 

Ebbene, Rotini ha perso in un colpo le deleghe all’Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente per un suo commento social pubblicato sulla sua pagina Facebook giovedì 27 gennaio: “E oggi sarebbe la giornata del ricordo? A che pro? Da due anni milioni di ciechi ipocondriaci non vedono i segnali della nuova dittatura, con relative discriminazioni e Apartheid… ma per piacere…  schiavi e zitti…”. 

 

L’attacco di Macario

Tanto è bastato per spingere Macario a revocare le deleghe di Rotini e a diffondere un duro comunicato: “Il 27 gennaio ho rilevato che l’assessore Rotini pubblicava sul suo profilo social gravi esternazioni pubbliche in riferimento al Giorno della Memoria e all’Olocausto che si aggiungevano ad altre dichiarazioni precedenti dello stesso tenore e che ritengo incompatibili con il pensiero di questa Amministrazione. Indipendentemente dalle idee che ognuno di noi ha – scrive Macario nel suo messaggio pubblico – paragonare le scelte attuali del Governo alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e brutalmente assassinate è intollerabile e va condannato con estrema fermezza. Ho sempre difeso la libertà di espressione di tutti e manifestare le proprie idee è giusto oltre che costituzionalmente garantito, ma ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati, soprattutto in una giornata come quella della memoria…

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