TRESCORE – IL CASO “Che fa, concilia?”. L’appello all’esame di coscienza dei vigili e la bufera social

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Venerdì 11 febbraio, tardo pomeriggio. Su ‘Sei di Trescore Balneario se… 2.0’ compare un breve post. In tutto sono 35 parole, ma particolarmente velenose, un piccolo concentrato di risentimento nei confronti della Polizia Locale della cittadina termale. L’autore è un giovane: 

Vorrei fare un appello alla Polizia Locale di Trescore Balneario che, in modo subdolo e infame, ‘dona’ ai cittadini multe a destra e a manca senza alcuna cognizione di causa. Fatevi un esame di coscienza”. 

Queste poche righe hanno ovviamente scatenato un putiferio. C’è chi ha criticato i toni usati dall’autore del post: “Dare dei subdoli e infami su un social ti fa rischiare una denuncia per diffamazione. Ad ogni modo se la multa è ingiusta la legge ti dà tutti gli strumenti per far ricorso. Se la multa è giusta invece l’esame di coscienza devi fartelo tu”. Oppure: “Giusto o sbagliato lo prevede la legge e non credo che mentre camminavi per strada ti hanno fermato e multato per (art. legge antipatia), ma sicuramente qualcosa hai fatto. La Polizia Locale di Trescore è impegnata sul territorio, ed è anche grazie a loro se a Trescore si può passeggiare sereni, non fanno solo multe ma anche sicurezza pubblica. La Polizia Locale è sempre un corpo di polizia e va rispettato come loro rispettano noi. Non mi hanno mai insultato e soprattutto diffamato, a volte mi hanno multato ma avevo sbagliato e ho anche chiesto scusa!”.

C’è chi ha ricordato che: “Se non è giusta puoi fare ricorso…” e chi, con ironia, sottolinea: “Me ne ha donate pure a me… ringrazio, ma facendomi un esame di coscienza… ho sbagliato io…”.

Alcuni commentatori danno invece ragione all’autore del post, sottolineando che, secondo loro, a volte la legge non è uguale per tutti….

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