Un angelo. Così l’hanno definita molti di quelli – amici, parenti, conoscenti – che hanno pianto la sua improvvisa scomparsa. E lei, Federica Bena, sembrava veramente un angelo, con i suoi capelli biondi, con il suo sorriso, con quella voglia di vivere che sembrava inestinguibile.
“Sì, era proprio un angelo”, ci dice una signora che vive a poca distanza dalla villetta della famiglia Bena. “Quando la vedevo, sempre con quel sorriso stampato sul volto, pensavo spesso che gli angeli, se esistono, devono per forza assomigliare a lei. E lo penso a maggior ragione anche adesso, dopo questa tragedia”.
La signora si ferma un attimo. Respira profondamente. “Conosco la famiglia e mio nipote è amico del fratello di Federica. Il nostro quartiere è stato travolto da tutto quello che è successo, ma questo vale per l’intera Trescore. Ancora oggi tante persone non riescono a credere a tutto questo, pensano e sperano che sia un brutto sogno… ma è la triste verità”…
LA LETTERA DELLA MAESTRA
Carissima Federica, ti ricordo qui… raggiante in questa chiesa dove l’anno scorso hai accolto Gesù nel tuo cuore per la prima volta, insieme ai tuoi compagni di scuola.
Oggi siamo qui per salutarti, certi che da lassù continuerai a sorridere tra gli angeli che ti hanno accolto.
Sei sempre stata una bambina solare, dolce, generosa e con un grande desiderio di conoscere.
Martedì ti ho accompagnato all’uscita e, come sempre, mi hai salutato con un sorriso e un “ciao maestra”.
Ieri il tuo banco era vuoto, non c’eri fisicamente con la tua esuberanza contagiosa…
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