Federica
Il vento è un respiro di ferro
che accartoccia la notte
e la vedi tremare negli angoli
con le stelle chiuse
i pugni serrati dentro tasche vuote
a rubare a sé stessa
la dignità del buio.
Poi l’alba
le vesti lacere
sotto un cielo libero
E il volto di Federica
Che diventa un arcobaleno eterno
Ad accogliere, sostenere, correre ne vento libero
Come si allungano le ore di luce.
Come è ingorda la primavera
di oro torbido e di vita
allo stato nascente.
Come eri tu. Come sei tu
Di rami germinanti dal niente
su cui si apriranno dei fiori.
Tu sei sbocciata lassù
Dove i petali sono eterni
Dicendoci che è possibile riavere dal niente,
forme, profumi,
colori
Sfuggono gli aquiloni
verso aridi cieli
dalle dita inermi
nel trattenere il destino
nel nostro peregrinare assorto,
accartocciando
sussurri d’Eternità.
Quell’eternità che ora sei tu
Federica.
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 15 APRILE