TRESCORE – Quello strano caso del misterioso ricovero: “Quell’uomo ricoverato di notte che non doveva essere lì…”

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Codogno, Alzano, Trescore. Tre cittadine, ognuna delle quali ospita un ospedale che, in forma diversa, ha fatto parlare di sé durante la tempesta Covid.

L’Ospedale di Codogno, nel Lodigiano, è balzato all’onore delle tristi cronache nazionali lo scorso 21 febbraio, quando il suo Pronto Soccorso è stato chiuso per i primi casi ufficiali di Coronavirus in Italia; nei primi giorni di giugno, dopo quasi tre mesi e mezzo, è stato riaperto.

Sorte ben diversa dal Pronto Soccorso di Alzano Lombardo, in Bassa Val Seriana, che dopo essere stato chiuso nel pomeriggio di domenica 23 febbraio per alcuni casi sospetti, è poi stato inspiegabilmente (e irresponsabilmente) riaperto al pubblico. Questa grave decisione ha consentito all’epidemia di diffondersi nei paesi vicini (soprattutto a Nembro, il Comune più colpito), in tutta la valle e nel resto della provincia (con le conseguenze che conosciamo…). Anche l’ospedale alzanese, come quello di Codogno, è stato citato da giornali, televisioni e siti internet nazionali, guadagnandosi commenti particolarmente negativi per il modo in cui è stato gestito.

Molto meno citato il “Sant’Isidoro” di Trescore, non menzionato dai mass media nazionali, ma che ad un certo punto, verso la fine di febbraio, aveva attirato l’attenzione su di séSUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 19 GIUGNO

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