Un “Gruppo d’azione” lancia Scalve come “Isola alpina”

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(p.b.) Ce n’era davvero bisogno. Un “gruppo di azione per la valorizzazione e promozione della Val di Scalve” (si chiama VisitScalve) presenta un corposo e aggiornatissimo quadro della situazione in valle, abbinandolo a una bozza di “Piano strategico del Turismo” che viene discusso in assemblee programmate a Colere (sabato 19 maggio ore 20.30 all’oratorio), a Vilminore (sabato 26 maggio nel Palazzo Pretorio della Comunità Montana), ad Azzone (venerdì 8 giugno all’oratorio) e a Schilpario (venerdì 15 giugno in biblioteca). L’idea è quella di raccogliere proposte, suggerimenti e critiche nelle assemblee in modo da poter realizzare un “documento programmatico” con progetti esecutivi e da quelli la ricerca dei fondi per realizzarli. Insomma non solo la fotografia di quello che c’è (che comunque è molto come si può vedere da uno degli allegati che pubblichiamo, quello della ricettività).
Ma chi fa parte di questo gruppo che praticamente scavalca gli amministratori in carica per farsi… carico di studi e progetti così importanti?
Ecco i nomi: Piera Abati, Federica Barcella, Monica Belingheri, Silvana Belingheri, Walter Belingheri, Bruna Bettineschi, Valentina Bettineschi, Michela Boni, Giorgio Capitanio, Chiara Duci, Nicole Alessandra Duci, Cristina Grassi, don Antonio Locatelli, Ivano Alberto Mancini, Luisa Moleri, Mea Tagliaferri, Vincenzo Tagliaferri, Giovanni Toninelli, Maurizio Vegini.
La bozza di Piano strategico si compone di 62 pagine che negli allegati presentano un inventario di quello che la valle offre attualmente.
Ma è la strategia di fondo che è diversa dal solito. “È forse l’autenticità il termine che potremmo utilizzare per descrivere la Val di Scalve. Non un luogo costruito per accogliere i turisti, ma una valle che nei secoli si è costruita per i suoi abitanti, dove ognuno può scegliere di venire per vivere questa esperienza”. E la valle assume la definizione di “Isola Alpina”. Ecco perché: “Isola alpina va inteso come realtà che ci distingue rispetto ai territori che ci fanno da contorno, un luogo protetto e celato non dal mare ma da cime e vallate che hanno permesso di preservare tutta la vita trascorsa qui, per tutto il corso dei secoli”.
E ancora: “Il turista che quindi viene in questi luoghi andrà sicuramente alla ricerca di un luogo dove ancora è possibile vivere esperienze di serena tranquillità, un luogo in cui trovare rifugio provenendo da un mondo sempre più incerto e agitato, una realtà in cui potersi immergere per riuscire a estraniarsi (e in un certo senso ad allontanarsi) da tutto quello che ci lega al vivere d’ogni giorno”. Una debolezza, un “isolamento” che a lungo andare si trasforma in potenzialità. La gente cerca identità, in Valle di Scalve la può trovare.
Mi si consenta una citazione di un discorso da me fatto in Consiglio provinciale nel 1986: “Tra qualche decennio verrete a cercarci per ritrovarvi”. Questo lavoro va in questa direzione.

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