“Quello che volevamo sentire, ci è stato detto”. Andrea Maj fa parte del Comitato che ha sollevato la questione di quel “cannocchiale” fatto progettare dal Parco delle Orobie per avere un punto ristoro alla Diga del Gleno. Dove adesso esiste un chiosco che è inadeguato a supportare la massa di escursionisti che d’estate invade la conca dove restano i tronconi della diga e il laghetto che continua ad “alimentare” le centrali elettriche di Bueggio e Valbona. “Quella zona è un posto che… non si riesce a dimenticare. Perché quello è prima di tutto il luogo di una disgrazia… un’enorme disgrazia. E abbiamo persone che hanno vissuto quella disgrazia… Come la madre di mia moglie, che è scappata, a piedi nudi su per i prati perché stava arrivando l’acqua. Sono cose che non si possono dimenticare. Quel luogo per noi è sacro e ecco… ci vuole rispetto”. Alessandro Morandi, consigliere comunale di Vilminore, ha così sintetizzato come deve essere l’approccio al progetto che dovrà nascere. Perché quello del cannocchiale è stato “sepolto” per sempre. Il presidente del Parco (e sindaco di Ardesio) Yvan Caccia ha dato pienamente ragione a quelli del Comitato ringraziandoli per aver fatto emergere le “criticità” del progetto, facendo “mea culpa” (cosa rarissima di questi tempi per un politico) per non aver già nel bando di progettazione messo delle condizioni sia per quel “rispetto” della conca, sia per la futura manutenzione della struttura.
Insomma si ricomincia da zero, con la disponibilità del Parco e del Comune a coinvolgere nel progetto che verrà (e prima ancora nella sua collocazione) anche il Comitato stesso, che ha avanzato la sua “idea” di collocarlo fuori dalla conca, su uno spiazzo prima di arrivare alla diga.
“Ma è solo un’idea che va valutata geologicamente ed economicamente e questo non spetta a noi. Siamo ovviamente contenti che siano state valutate e accolte le nostre critiche”. Il Presidente del Parco ha espresso la preferenza per una struttura all’interno della Conca, anche se ogni soluzione a questo punto resta aperta (compresa quella avanzata su questo giornale sul numero scorso che affiancherebbe il nuovo “rifugio” alla cascina bassa di Gleno).
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