VAL DI SCALVE – Quella notte buia. Mamma Roberta: “Hanno massacrato mio figlio di botte, lo hanno operato agli occhi per rimettere i bulbi…. Non dormo più”

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Sulla casa di Roberta viene buio presto, non è il cambio dell’ora, qui il buio è calato giusto una settimana prima, la notte tra il 24 e il 25 di ottobre. Doveva essere un qualsiasi sabato sera di un qualsiasi autunno in una qualsiasi valle bergamasca. E invece succede quello che nessuno si aspetta.  Ma la notizia non trapela. Qualche giorno dopo in redazione arriva una telefonata, una donna della Val di Scalve che chiede come mai nessuno parla di quello che è successo in valle, e racconta ‘anche oggi sui giornali nazionali si racconta in prima pagina di pestaggi tra ragazzi, qui silenzio assoluto, e qui qualcuno ha addirittura rischiato la vita, perché?’. 

Andiamo a vedere cosa è successo, basta poco, in valle ne parlano tutti, e allora andiamo alla fonte, dalla mamma del ragazzo che ha rischiato la vita e che mentre scriviamo è a letto con mandibole rotte, setto nasale rotto e bulbi oculari che sono stati rimessi al loro posto dopo un intervento d’urgenza

Roberta Bertocchi è vedova, vive a Dezzo (sponda azzonese) da anni. Ha due figli, Jacopo, 35 anni, e Ivan che di cognome fanno Scolavino.  Jacopo, gestisce un locale al Dezzo, un bar trattoria, che da giorni è chiuso e non si sa nemmeno sino a quando viste le condizioni del ragazzo: “Quel sabato notte, attorno alle 2 – racconta la mamma – mio figlio ha chiuso il bar ed è andato a Schilpario con amici a fare un giro, non esce quasi mai, lavora al suo locale e poi viene a casa, ma quella sera ha deciso di fare un giro. 

E’ andato in un bar a Schilpario, erano circa le due di notte, ha incontrato due fratelli con cui in passato, parlo di cose che riguardano due o tre anni fa, aveva avuto degli screzi ma niente di che, anche perché se c’è rancore basta chiarirsi tranquillamente, viviamo tutti nello stesso posto e ci si conosce. Jacopo ha visto uno di questi due ragazzi e ha sorriso, mi ha detto che ha pensato che forse volessero chiarirsi, e invece gli è arrivato vicino e ha cominciato a picchiarlo, era il fratello maggiore dei due, a questo punto Jacopo ha reagito, la cosa è durata qualche minuto ed è finita lì. Una lite tra ragazzi, mio figlio a quel punto si è chinato a raccogliere le chiavi e le scarpe perché non aveva più le scarpe addosso e a quel punto il fratello minore gli ha sferrato un calcio fortissimo che lo ha fatto cadere, Jacopo ha battuto la tempia sul muretto ed è svenuto”. 

Roberta si ferma per qualche istante, la voce rotta dalla commozione: “E’ mio figlio, capite? È mio figlio ridotto così…”. Poi riprende: “Mentre era a terra svenuto, il fratello più giovane ha cominciato a picchiarlo e picchiarlo, poi qualcuno è riuscito a fermarlo ma a quel punto è intervenuto il fratello maggiore che lo ha massacrato, lo ha massacrato, lo ha massacrato…”. Roberta piange, si ferma ancora, poi ricomincia: “Perché? Perché si deve ridurre un ragazzo così? Se non fosse stato per un ragazzo di Vilminore che è riuscito a intervenire mio figlio sarebbe morto, gli devo fare un grosso regalo, se non ci fosse stato lui mio figlio sarebbe morto”. ..

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