VALBONDIONE – Da 120 profughi a 0: “Eravamo un’enclave africana, ho combattuto per gli abitanti ma anche per gli immigrati”

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Alla fine ha vinto lui. Una battaglia cominciata anni fa, che ha coinvolto tutto e tutti, media, gente, amministratori, provincia, Prefettura e pure la Curia. E ora ‘closed’, chiuso. Walter Semperboni che si è battuto per anni per fare chiudere tutto. A Lizzola non ci sono più immigrati. Erano arrivati a 120, tra Lizzola e Gavazzo, a fronte di una popolazione di 160 residenti, di cui però molti in settimana sono via per lavoro. “Insomma, un’enclave africana”, commenta Walter Semperboni, ora vicesindaco: “Nulla contro gli immigrati ma questa battaglia era anche per loro, qui non ci volevano stare e qui non si tratta di integrazione ma di parcheggiare persone in ambienti non adatti a loro”. Erano rimasti in sei gli immigrati, quando Semperboni era stato eletto erano ancora in 46: “Quando ancora non ero in amministrazione – commenta Semperboni –  avevo sempre detto che il numero elevato e le presenze erano aumentate anche per il fatto che la sindaca e l’amministrazione non facevano la voce grossa con la Prefettura e la Cooperativa, detto questo Salvini quando era Ministro dell’Interno aveva ridotto le entrate per le cooperative e quindi non è certo merito tutto mio, anzi, ai tempi la lotta l’abbiamo fatta in pochi, io, Romina che ora è sindaco e pochi altri e ci hanno dato dei razzisti, ci siamo sentiti dare e dire di tutto, ma in realtà avevamo capito che qui non si trattava di aiutare questa gente ma era solo un business e la gente questa cosa l’ha capita e sono venuti dalla nostra parte e le mie preferenze alle elezioni sono dovute anche a questo mio impegno….

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