VALCANALE – Jane, scrittrice inglese che ha scelto di vivere a Valcanale in inverno: “Perché non c’è il sole e odio l’estate. L’ho scelto caso guardando la cartina ma ora amo questo posto, c’è energia che trasmette vita”

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di Luca Mariani

«La prima volta che ho scoperto Valcanale mi sembrava di essere arrivata in paradiso» Jane Mackay ha il sorriso largo e l’accento inglese di chi è nata in Nuova Zelanda e ha vissuto vent’anni negli Stati Uniti, ma dall’anno scorso ha deciso di trascorrere i suoi inverni nella frazione di Ardesio. «Valcanale mi piace perché è così piccolo che la comunità è molto unita. All’inizio avevo un po’ paura di sentirmi isolata, ma è l’esatto contrario. Ogni giorno faccio due chiacchiere con qualcuno, lungo la strada o al bar. Poi è un ambiente dove regna il silenzio, la tranquillità e la pace. Non c’è il rumore della strada che mi dà tanto fastidio. E soprattutto qui è proprio montagna: il panorama è aspro e freddo ed è comodissimo per me che amo camminare sui sentieri, in quaranta minuti sono all’Alpe Corte.»

Per questo Jane decide di prendere in affitto un appartamento. Il contratto copre tutto l’anno ma la scrittrice neozelandese preferisce sfruttarlo dall’autunno alla primavera, nei mesi in cui il sole non riesce ad illuminare le vie, gli orti e i tetti della frazione ardesiana: «Io odio l’estate. Non sopporto il caldo.»

Così Valcanale è proprio il luogo dei sogni della cinquantaquattrenne dalla pelle liscia e brillante. Un incontro casuale e fortunato, come in una novella di Boccaccio. Il risultato di decisioni azzardate e di capriole del destino, di tagli con il passato e di trame del futuro che si intrecciano con il caso. «Ho vissuto per vent’anni negli Stati Uniti, in California. Mi sono sposata ma poi non è andata bene, però sono rimasta lì. Avevo ancora il trauma della separazione e dopo due decenni in California mi sono accorta che odiavo vivere lì. Da sempre, da quando ero adolescente volevo vivere in Europa centrale, sulle Alpi.» Perciò Jane inizia a guardare cartine, ispezionare mappe e sfogliare siti internet per capire in quale angolo dell’arco alpino insediarsi per godere finalmente di quell’ambiente fatto di rocce, camini accesi, larici dorati e vette innevate. Vivere su di un pendio è l’unico suo vincolo: «Lavoravo già come professionista indipendente, quindi non avevo bisogno di stare in un posto preciso. Fino ad allora non avevo mai vissuto in montagna ed ero sicura che volevo provare questa esperienza.»

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