VALGANDINO – LA STORIA Anna, venuta nel ‘44 in Valgandino a cercar fortuna

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Io e le mie tre sorelle abbiamo trovato lavoro qui. Adesso sono in Casa di Riposo: non mi manca niente, solo la mia casa…”

Ci fu un tempo –e sembra siano passati secoli mentre invece non ne è passato nemmeno uno intero – in cui l’industria tessile della Valle, fiorentissima, rappresentava un sogno per tanti mezzadri di pianura ricchi solo di figli e di fame. Erano i tempi in cui i nostri allevatori di vacche, i “bergamì” – che qui erano soprattutto quelli di Peja e dintorni – transumavano regolarmente verso il piano e che, con i loro stagionali spostamenti dalla montagna alla pianura e con i frequenti cambi di luogo delle loro soste invernali nella bassa, costituivano un potente fattore di relazione tra la società delle valli e quella del piano, facilitando così scambi di idee e di esperienze in un’economia agraria ancora piuttosto statica. Ed è proprio dai “bergamì” che vengono da Peja alta che Anna Mantovanelli, primogenita di quattro sorelle e tre fratelli, che abita con altre diciotto famiglie una tipica cascina della Bassa, vicino a Rovato (BS), sente raccontare del lavoro sicuro e del guadagno altrettanto sicuro che le fabbriche tessili della Valle offrono a tutti perché bisognose di molta manodopera. E così comincia a sognare una vita meno dura, per sé e per i suoi cari, e siccome è la più grande della numerosa nidiata anche se ha solo 13 anni…

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