L’acqua solitamente lava via tutto. Vedremo se sarà così, intanto però qui i malumori restano alti, una marea di malumori contro il sindaco Angelo Bosatelli, reo di aver avallato l’entrata in Uniacque per Valgoglio, storico feudo ‘indipendentista’ per l’acqua, qui non avevano ceduto alle lusinghe di Uniacque, ora tutto cambia e cambia per 110 voti contrari alla consultazione indetta, secondo qualcuno in fretta e furia, dallo stesso sindaco Angelo Bosatelli.
Entrata in Uniacque che ha provocato le dimissioni del vicesindaco Damiano Bonardo, per qualche ora è apparso anche uno striscione ‘Bosatelli vergogna, torna a Villa d’Ogna’, striscione poi fatto sparire in fretta e furia ma il malessere c’è: “Il sindaco – ci scrive un residente in una mail – aveva detto nel programma elettorale che l’acqua sarebbe rimasta al suo posto. E invece non è stato così”. La consultazione si è tenuta l’8 novembre, bisognava decidere se affidare o meno il servizio idrico integrato ad Uniacque. In 110 hanno votano per il ‘No’, 63 per il ‘Sì’, ma i contrari dovevano raggiungere 261 preferenze, ovvero la maggioranza degli aventi diritto.
I favorevoli – come spiegato dal sindaco – potevano anche fare a meno di telefonare il municipio per esprimere il loro voto. Un’iniziativa che non è andata giù a molti. Qualcuno ha fatto notare che nella campagna elettorale della lista ‘Uniti per Valgoglio’ si parlava di “miglioramento” della gestione del servizio idrico integrato, “per poter sostenere la prerogativa alla gestione in autonomia”. Qualcun altro ha espresso perplessità sulle modalità con qui è stato indetto il sondaggio, al di là di come è terminato: secondo alcuni cittadini frettolosamente, in pieno periodo Covid, senza adeguata informazione e dibattito. Bosatelli non ci sta e ha scritto: “I cittadini erano a conoscenza che per questa indagine valeva il SILENZIO ASSENSO – scrive il sindaco a caratteri maiuscoli, anche se in 63 hanno comunque votato per il ‘sì’ -. Il gruppo consigliare si sente ora legittimato a intraprendere la strada per il conferimento del servizio”.
Il prossimo passaggio sarà in Consiglio comunale: una seduta che si preannuncia almeno movimentata…
Si avvicina l’ultimo atto dell’annosa vicenda della gestione in autonomia del servizio idrico (SII) che tanto filo da torcere ha dato agli amministratori, passati e presenti, e che ha diviso per lungo tempo la popolazione, provocando fratture e frizioni anche nei rapporti famigliari e parentali. C’erano state, ai tempi del sindaco precedente Eli Pedretti, assemblee di fuoco nella sala dell’Oratorio strapiena per l’occasione, ed aspre critiche contro il primo cittadino che sosteneva la necessità di conferire all’ATO questo servizio. Si era anche formato un comitato a sostegno della volontà popolare. Damiano Bonardo, ora vice-sindaco, a capo del comitato stesso, si era prodigato fin dal 2014 per verificare la possibilità di mantenere la gestione del servizio idrico in autonomia perché, dal suo punto di vista, un Comune che si vuole impegnare nel garantire un servizio così essenziale alla propria popolazione deve avere la possibilità di farlo. Ma della posizione di Bonardo parla lui stesso nell’intervento che pubblichiamo. Mantenere il servizio idrico in autonomia significava – questo il dilemma – anche costruire e gestire in autonomia il depuratore a valle, impresa economicamente costosissima ed obiettivamente molto al di sopra delle possibilità economiche del Comune…
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