Sono tornate a Novazza le ragazze ucraine disabili che allo scoppio delle guerra, scappando dal loro Paese, erano state accolte a Ca’ Rosei per approdare in seguito alla sede centrale dell’associazione “Emmaus” a Milano:
“Abbiamo pensato che invece di restare a lavorare in città col gran caldo avrebbero potuto trascorrere qui l’estate. Il posto già lo conoscono e vi si trovano bene – commenta Anna Serena Pirola – e del resto sappiamo tutti che non c’è accoglienza vera se non c’è per chi viene accolto la possibilità di lavorare e quindi di vedere riconosciuta la propria dignità”.
Ca’ Rosei è la casa vacanze che per prima nella nostra Valle aveva accolto persone fuggite dall’Ucraina. Per lo più ragazze e donne, alcune, appunto, con disabilità, che a Kharkov vivevano nella comunità Emmaus presieduta da Elena Mazzola, ragazze provenienti dai grandi orfanatrofi retaggio dell’URSS, dove del resto ci sono ancora tantissimi orfani, disabili e portatori di lievi problemi mentali, persone destinate a trascorrevi tutta la vita in mancanza di parenti e di alternative.
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